martedì 31 maggio 2016

Visita privata al MAC di Lissone

Un mio caro amico mi esortava da tempo a a far visita al Museo d'Arte Contemporanea di Lissone dicendomi che questo museo ha una storia molto interessante, ha un'importante raccolta di opere che documentano la stagione dell'informale e della Pop Art in Europa, con alcune notevoli testimonianze della figurazione e dell'astrazione del secondo Novecento. Ultimamente, essendo abbastanza in arretrato nel portare su questo sito interviste fatte ad artisti ed altre persone che ho conosciuto e incontrato in varie fiere d'arte, come la MIA per esempio, cerco di non prendere troppi impegni. O situazioni che poi mi costringano ad accumulare registrazioni audio, fotografie e documentazioni cartacee che mi distolgano dal riportarmi al passo con i resoconti degli eventi già citati o annunciati su queste pagine. Nonostante questo, il mio amico è riuscito a convincermi a fissare un appuntamento con Alberto Zanchetta, il giovane direttore del MAC di Lissone, che oggi, in via del tutto straordinaria, ci ha aperto le porte del suo ufficio, della collezione storica e delle mostre temporanee attualmente esposte in questo bel palazzo. Non pensavo che un museo di una cittadina di provincia potesse riservare tante gradite sorprese ad un visitatore che arriva dalla grande città. Per questo ringrazio Alberto Zanchetta per averci ricevuto ed averci dato la possibilità di poter osservare con calma tutto ciò che ci interessava e per aver avuto a disposizione una persona tanto qualificata che ci guidasse in questa visita privata. Ringrazio anche Andrea per avermi fatto scoprire un museo non molto conosciuto che vale la pena di frequentare più spesso, anche perché si trova proprio di fronte alla stazione ferroviaria di Lissone ed è raggiungibile su rotaie, soltanto in 22 minuti dal Centro di Milano.

Il palazzo del MAC, Museo d'Arte Contemporanea di Lissone sembrerebbe progettato da un grande architetto, invece no, è stato disegnato dal geometra comunale che ha unito passato e presente in modo armonico e funzionale. La progettazione è stata effettuata dal 1996 al 1998 e la costruzione è stata portata a termine in due anni, nell'anno 2000.

Le collezioni del MAC risalgono al 1946, quando prese avvio il Premio Lissone, manifestazione che fino al 1967 ebbe una rilevante importanza a livello internazionale. In occasione delle varie edizioni del Premio furono acquisite le opere che oggi costituiscono il nucleo più importante della collezione permanente, che comprende lavori di Tàpies, Vedova, Schifano, Dufrêne, Dorazio, Appel, Reggiani, Birolli, Morlotti, Scanavino, Moreni, Adami, Werner, Schneider, Murtić, Klasen, Hughes, Marfaig e molti altri.

Valerio Adami - Camel, 1967 acrilico su tela cm 194 X 129

Dal novembre del 2000, anno di inaugurazione del Museo, le raccolte si sono ampliate per documentare il divenire dell’arte in Italia, dagli anni Settanta a oggi. Nel 2002 viene ripreso sotto una nuova veste il Premio Lissone di pittura. Dal 2007, a cadenza biennale, il museo ha istituito anche il Premio Lissone Design, manifestazione che si inserisce in un tessuto di ricerca e di sviluppo che appartiene alla storia della città.
Rispettosa delle proprie tradizioni e del contesto in cui si trova ad operare, l’istituzione lissonese si connota come un centro di ricerca e di approfondimento. Un esempio è l’architettura stessa dell’edificio, la quale mantiene e valorizza la parte dell'insediamento originario; l'avancorpo esistente, realizzato nei primi anni del Novecento, è stato svuotato per formare un unico volume su cui prospettano i livelli della nuova costruzione ad esso retrostante. Quest'ultima è costituita da un livello interrato e tre livelli fuori terra che sono separati dall'avancorpo mediante una vetrata a tutta altezza.

Aula didattica
Da notare il pavimento di legno di questo museo che non è caratteristico della tradizione museale italiana, ma è stato fortemente voluto dai mobilieri brianzoli per affermare maggiormente l'identità di un territorio molto legato alle attività artigianali del loro settore.

Oltre all'organizzazione di mostre temporanee e altri eventi artistici, la diversificata attività del museo comprende lo sviluppo di progetti di didattica museale rivolti alle scuole, concerti e conferenze di approfondimento sul tema dell'arte e del design.

Le mostre temporanee del MAC si susseguono in tempi talmente stretti che sembra che ci sia una costante inaugurazione in atto in questi spazi espositivi. Anche la qualità delle proposte culturali è molto elevata; non posso fare a meno di considerare che anche la fotografia rientra nei programmi di questo museo quasi anomalo, nel panorama delle istituzioni del nostro imprevedibile paese in cui qualche encomiabile funzionario riesce ancora a fare i miracoli con i pochi mezzi economici a disposizione. Diamo un occhiata a cosa ci propone il MAC fino al 20 luglio 2016. Iniziamo a dare uno sguardo veloce alla fotografia d'autore, poi, magari un'altra volta, vi farò vedere qualcos'altro di speciale, molto speciale...

Dell'infingimento, o quello che noi crediamo di sapere della fotografia

Con questo titolo roboante ed un po' ad effetto, capace di far porre al visitatore la fatidica domanda relativa a ciò che sta effettivamente osservando nelle fotografie della Collezione Malerba, si presenta al pubblico una mostra fotografica con alcuni pezzi di pregio e tante possibili interpretazioni. I commenti sotto le didascalie sono di Tony Graffio.

Renato Leotta Mundial 1978-2006. 
Sono figurine di calciatori che hanno partecipato ai mondiali di calcio, o sono ritratti dalla geo-localizzazione analogica? Oltre che  stampe ai sali d'argento?

Alberto Zanchetta mostra il ritratto del calciatore rumeno Anghel "Puiu" Iordanescu che nella stagione 1985/86 vinse la Coppa dei Campioni con lo Steaua di Bucarest. Anghel nonostante il soprannome era tutt'altro che un "pollo".

Alberto Zanchetta ha tolto il ritratto dal chiodo sul muro del MAC per mostrarci la cartina geografica della Romania sul retro del ritratto di Iordanescu che identifica la nazionalità del campione di calcio che in tempi più recenti ha fatto l'ingresso nel mondo della politica. Per confonderci il Direttore tiene la cartina verticale, ma nonostante questo riusciamo lo stesso a riconoscere la nazione che s'affaccia sul Mar Nero.

Hyun-Min Ryu - Centipede 2010
Stampa Lambda su dibond cm 120 X150
Hyun-Min Ryu non mi inganna, non si tratta di un insetto, ma di un umano un po' stravagante e forse anche un po' "fuso".


John Hilliard - Off screen 1999 
Cibachrome cm. 42X34
Qui non ci sono dubbi, la vita si svolge fuori dallo schermo. Off screen there is life. Ma sarà vita vera o si tratta dell'ennesima illusione?

Luigi Ghirri - Modena, 1977
C-print cm 50 X35
A volte, anche il titolo contribuisce a confondere le idee...

Luigi Ghirri - Parigi, 1979
C-print cm 40 X 28
Un posto un po' kitch per bere un bicchiere di vino o mangiare un'insalata, ma che importa? Paris est toujours Paris!

Lukas Einsele - Tavola 1996
Stampa ai sali d'argento cm 24X30
Un posto scomodo per tenere un piatto su un tavolo

In questa fotografia C- print intitolata After Joseph Wright di Olivier Richon si capisce meglio lo spirito dell'inganno che si pone davanti ai nostri occhi e che ha fatto raccogliere queste immagini sotto il titolo di "Infingimento".
La scimmia sembra vera, ma non lo è, è impagliata, il paesaggio sullo sfondo è solo dipinto, come una scenografia teatrale, cosa che ci viene in qualche modo suggerita anche dal tendone rosso che ci ricorda un sipario aperto su uno spettacolo nel quale ognuno può veder scorrere frammenti della propria vita. 


Tracy Moffat - Up in the sky, 1997
Stampa ai sali d'argento
Tre suore viste attraverso una finestra da una bambina nera in braccio ad una donna bionda fanno di questa situazione un mondo surreale?

Yasumasa Morimura M's self portrait, Marylin, 1995
Gelatin silver print cm 10 X13
Qui non possiamo confonderci: non si tratta di Marylin. L'originale è sempre preferibile.

Thomas Ruff - Portrait 1984/85 c- print cm 30 X 38
Non credo che la ragazza bionda sia in grado di vedermi, ma sul fatto che quella con i capelli rossi non mi veda ho qualche perplessità.

Un ritratto fatto come una foto-tessera, ma con un colore pastello come sfondo anziché un grigio neutro o il bianco destabilizza la nostra idea di fotografia identificativa?
E' un ritratto, o non è un ritratto? Di sicuro questa non è una fotografia erotica...

Analogamente alle tante domande che ci suggerisce la selezione delle fotografie appartenenti alla Collezione Malerba, mi piacerebbe capire se è vero o no che esistono mondi paralleli o pluriversi. "Teoria del Pluriverso" è il titolo della piccola mostra al piano -1 che fino al 31 luglio 2016 ospiterà alcune opere di Piero Fogliati scomparso il 25 marzo di quest'anno. Ne parlerò prossimamente. TG

Nota importante
L'ingresso al Museo d'Arte Contemporanea di Lissone ed a tutte le sue mostre è gratuito.


Nessun commento:

Posta un commento