giovedì 4 febbraio 2016

Arte Fiera Bologna: 40 anni e non sentirli… O forse sì?

 Struttura tubolare 

Ho incontrato Joe Iannuzzi al ritorno da ArteFiera Bologna e ho voluto sapere la sua impressione su una tra le più famose e rinomate fiere d’arte moderna e contemporanea d’Italia.

Toni Costa - Conceptual 

Tony Graffio: Joe che ci puoi dire della fiera internazionale d’arte Moderna e Contemporanea di Bologna di quest’anno?

Joe Iannuzzi: Caro Tony ritengo che da fiera internazionale a sagra di paese il passo sia breve, forse però è quello che è accaduto in questa quarantesima edizione.

TG: Per quale motivo dici ciò?

JI: Mi sembra che ormai non si faccia più selezione su chi invitare alla fiera: è stato aggiunto un altro padiglione (il n° 32, per giunta con proposte interessanti) e così ci stanno tutti. Ciò non bastasse sembra, pur ad un’attenta visione, che non vi sia più per molti galleristi l’obbligo di presentare un progetto d’allestimento riconoscibile nei contenuti e negli artisti proposti: molti hanno portato un po’ di tutto (l’importante è che vada di moda al momento e che si venda), alcuni preparano mezzo stand con una personale di un artista e poi mezzo con un altro; altri invece in modo serio hanno allestito stand con esposizioni tematiche o interamente con una personale di un artista. Si assiste quindi a una fiera disomogenea, sia nelle proposte che nell'allestimento dei due padiglioni principali. C’è di tutto, per tutti i gusti, per tutte le tasche.

TG: Quindi non è più una fiera internazionale?

JI: Se per internazionale intendi che vi siano esposti artisti storici di fama internazionale allora ti dico che la fiera è internazionale con artisti di primissimo livello e famosi in tutto il mondo: Fontana, Burri, Castellani, Hartung, Christo, Boetti, etc. Ma ti dico anche che La fiera è diventata piuttosto nazional-popolare: ha perso definitivamente il suo carattere Internazionale poiché le gallerie estere non la frequentano più, se non pochissime eccezioni. Non s'incontrano quasi più neppure i collezionisti stranieri.

TG: Per quale motivo?

JI: Le nuove proposte di giovani artisti stranieri a prezzi di storicizzati italiani non possono reggere nel vostro mercato. Allo stesso tempo, gallerie straniere di un certa importanza che trattano artisti storicizzati di elevato valore non frequentano più il misero mercato Italiano (in termini di volume di scambiato e di prezzo), questa è ormai realtà da diversi anni.

TG: Ma come nuove proposte hai notato qualcosa di interessante?

JI: Si qualcosa c’è sempre, ma meno rispetto al passato, d'altronde puoi immaginare che pagando uno stand medio-piccolo dai 10 mila euro in su, qualcosa devi pur vendere portando quello che vuole il mercato altrimenti son dolori.

TG: C’erano molte persone alla fiera?

JI: Tantissime Tony, il marketing pubblicitario è stato fatto molto bene. Poi sai è giusto che l'arte venga vista e apprezzata da tutti, fortunatamente poi a possederla sono in pochi. Ho notato un pubblico molto eterogeneo soprattutto di sabato e domenica, come sempre accade. Come già forse ti dissi altre volte queste fiere per attirare persone diventano eventi mondani, li si va perché tutti ci vanno il quel week-end, insomma come andare alla sagra del paese (purtroppo mancavano le salamelle e le costine di maiale, vi erano dei piccoli panini a 4 euro l’uno): pensa ho sentito da una signora che spiegava ad una sua amica davanti ad un opera di Paolo Scheggi “Vedi questo è un importante artista cinetico, ora va molto”. Ecco capisci che intendo dire!


Paolo Scheggi - Intersuperficie curva bianca (1966)
Acrilico su tre tele sovrapposte cm 200X100X7

TG: Per quanto riguarda invece “gli addetti al settore” che impressioni hai avuto da loro?

JI: Mah, ho notato interesse rinato per Schifano e per tanta arte classificata come “concettuale” come per esempio Vincenzo Agnetti, etc, logicamente ti parlo di chi compra opere e non di chi passa così tanto per far qualcosa. Sai molti di quest’ultimi probabilmente hanno apprezzato molto di più la struttura tubolare del soffitto (*) della fiera che l’arte. Inoltre ho notato molti dealers e sempre meno gallerie d’arte.

TG: Riguardo ai prezzi delle opere che cosa ci puoi dire?

JI: Prezzi di listino un po’ elevati, poi sai tutto è trattabile nella vita: tranne la morte, se poi sei lì per concludere veramente allora il discorso è diverso e pure il prezzo finale.

TG: Hai comprato qualcosa in fiera?

JI: Certo Tony, ma logicamente non ti dirò cosa.

TG: Grazie Joe, alla prossima.


Jacob Hashimoto - More about perception and consciousness (2015)
Bamboo, carta, Dacron, Nylon, acrilico e pigmenti cm 122X244X20



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