sabato 10 gennaio 2015

Uno sguardo alle Regole del Gioco

Ieri sera, sono stato alla serata d'inaugurazione di un mini-festival invernale multidisciplinare con un tema di largo respiro ed interpretabile in maniera personale dai vari partecipanti: le regole del gioco.
Il curatore degli eventi è Fabrizio Gilardi, artista indefinibile del panorama culturale milanese degli ultimi 20 anni che, in questo caso, ci propone un approfondimento sul significato dell'applicazione e del rispetto o meno, dei codici sociali/ludici o comunque riconducibili alla realtà degli uomini.
Il proposito di questo evento è quello di cercare di sollevare il velo da chi, con le proprie azioni, opere, o pensiero intellettuale pensa d'essere contro il male e di ciò che viene compiuto nel nome di certe regole, mentre poi si scopre complice di un sistema più complesso.
Non sempre le cose o le lotte che affrontiamo sono effettivamente come crediamo che siano, spesso queste situazioni sono ben più ingannevoli e complicate.

Il tutto si svolge presso lo spazio culturale "City Art" di via Dolomiti, 11, a Milano.

Federica Brambilla ed il fotografo inglese Mark Cooper posano davanti ad una reinterpretazione di opere di altri artisti presentate in forma di assemblaggio visuale.
Col loro gesto insolente sembrano volersene infischiare altamente del rispetto delle regole prestabilite. Sarà davvero così?

Questa è la pagina dove potete trovare l'intervista e le opere di Mark Cooper.

Collage di Federica Brambilla

Questo bel collage di una giovane artista milanese parte dallo sfondo di un terrazzo immenso fotografato a Livorno, sul quale è stata apposta in un secondo tempo ed in modo ben visibile, lasciando dei bordi bianchi, l'immagine di una modella intenta a muovere un pezzo del gioco degli scacchi.
Si tratta di un'opera ad alto contenuto simbolico in cui il gioco degli scacchi rappresenta la vita e la modella può essere vista come la stessa autrice alle prese con le scelte da fare con la propria esistenza, in un momento particolare della sua vita.
La generazione dei trentenni, in Italia, è considerata una generazione perduta in quanto questo tipo di società non è in grado di fornire certezze, né possibilità che possano portare ad una autonomia economica e, meno che meno ad una realizzazione professionale, o individuale, a tanti giovani che si trovano di fronte al dilemma di cosa fare della propria vita.
Il senso d'instabilità e di ansia generato da questa immagine è amplificato anche per effetto di un gioco nel gioco, in cui la ragazza sul terrazzo è alle prese con una scacchiera, ma è a sua volta contenuta da una scacchiera ancor più grande che altro non è se non la pavimentazione del terrazzo.
La veste bianca indossata dalla ragazza rappresenta uno stato di purezza ed una possibile propensione al rispetto delle regole necessarie a muovere i pezzi sulla scacchiera e nella vita, ma è possibile continuare ad agire in modo corretto in un mondo corrotto in cui coloro che hanno la responsabilità di un paese sono i primi a commettere reati ed a prendersi gioco dei cittadini?


Fabrizio Bellafante davanti la sua opera fotografica

La risposta alla domanda che ci siamo appena posti, ci arriva dal fotografo Fabrizio Bellafante che ha effettuato un intervento da street artist sulla segnaletica stradale, per dire no allo sfruttamento che le società multinazionali ed i loro sostenitori occulti, esercitano sui cittadini disorganizzati, in nome del dio denaro.

Carlo Cecaro con il suo quadro/cartello sullo sfondo di un albero letterario dal quale piovono libri, opera di Virgilio Patarini

La giostra della cultura è un'opera che presenta un'ambiguità di fondo, poiché i libri legati a spaghi collegati ai rami dell'albero potrebbero essere interpretati, sia come i frutti della conoscenza, ma anche come degli impiccati che non trovano ascolto in questo tipo di società.
La riconferma di questo gioco ambiguo ci arriva anche da Carlo Cecaro che prova a spacciarci un cartello come quadro, garantendoci che in futuro esso acquisterà un grande valore.
La provocazione come gioco per indurre l'appassionato sprovveduto all'acquisto di un'opera concettuale priva di valore nel tempo presente, ma che in futuro, forse alla morte dell'artista, guadagnerà di valore.


Fabio Agrifoglio durante la conferenza dibattito sul mondo dei giochi. 
Sullo sfondo il quadro di Danièl Nicolàs Schiraldi: La civetta coi tacchi gioca a scacchi, acrilico su tela cm 80X100

Per il prosieguo del festival ed altre informazioni, consiglio di consultare le pagine del sito web di City Art. Tony Graffio

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