mercoledì 7 giugno 2017

Paradisi a contratto (Una strana idea della morte)

Da qualche mese a questa parte sto riflettendo sull'idea della morte. No, non mi fraintendete, non ho intenzione di lasciare a breve questa "Valle di lacrime", volevo solo cercare di capire cosa si nasconde dietro quella barriera oscura dalla quale non si può far ritorno. Per questo, tempo fa, ho chiesto a Stefano Bacci, un uomo piuttosto pratico che ha idee completamente diverse dalle mie, specialmente in materia di spiritualità, di prepararmi un racconto che esprimesse un suo pensiero su questo argomento.
Bacci che è una persona molto sagace, si lascia tentare facilmente da argomenti che può trattare a doppio senso ed in modo ironico, per cui ci ha confezionato qualcosa capace d'intrattenerci in modo divertente ed intelligente e di farci riflettere, come è nel suo stile.
Ho pensato che oggi fosse la giornata giusta per proporvi questa lettura, poiché proprio adesso è uscita su un'agenzia di stampa la notizia che forse potrà definitivamente toglierci tutte le curiosità del caso. Finalmente, a breve, sapremo se davvero sarà possibile far risorgere i morti, come si propone la Bioquark, un'azienda americana di Philadelphia e che cosa si nasconde dietro il velo della morte. TG

Tewa Leila
Una Lilith un po' Tewa un po' Principessa Leila

Paradisi a contratto 
un racconto inedito di Stefano Bacci

“Ma... che roba è mai quella... Che diavolo significa tutto questo?” Pensò Ermanno, impietrito e immobile, fissando da una distanza di pochi metri un bizzarro maxi-schermo apparentemente sospeso nel nulla, su cui scorrevano, a rilievo come nei pulpiti romanici, immagini velocissime e indecifrabili in mezzo alle quali, per quanto frammentarie fossero, aveva come la sensazione di scorgere di quando in quando se stesso in età diverse e progressive. “Che domande del menga!” Rispose in tono quasi spazientito una presenza, seduta e solitaria, dalla penombra della sala-proiezione, “E cosa vuoi che sia? E' il film della tua vita, no? Com'è risaputo, direi anzi arcinoto, in punto di morte questo ha da sdipanarsi davanti agli occhi del trapassando. Che c'è di strano? Ci atteniamo al protocollo: a vite comprese fra 0 e 5 anni deve corrispondere un replay girato al 200% di velocità; fra 5 e 12 anni, replay al 500%, fra 12 e... vabbé, ti risparmio i dettagli contrattuali: data l'età della tua dipartita, a te spetta un 2.500%, con 10 rallenty a scelta, ma puoi skippare, se vuoi, così risparmiamo sullo straordinario del tecnico, che la crisi si sente anche qua, casomai non lo sapessi. 
Sei o sette lustri di lavoro extra sono un botto di soldi, che credi! Tanto a te interesserà di rivedere giusto-giusto la clip 245 (leggo qui sulla scheda, testuale: “Incontro e session hard con anonima strappona di Barletta” e, per bilanciare con una nota lirica, magari la clip 1.092: “Nascita della primogenita, live da sala-parto”, ci scommetterei una bistecca contro un fagiolo, per dirla alla Tex Willer. Ma se non ti interessa affatto, allora firma quello.”. E dall'alto cadde fra le mani di Ermanno, con movenze da foglia d'autunno, un modulo in tutto e per tutto simile a quelli dell'INPS, dove si faceva formale riferimento alla visione per esteso dell'audiovisivo dal titolo provvisorio “Il film della vita di Ermanno”, liberando l'Ente (Supremo) da ogni futura responsabilità per l'eventuale mancata fruizione del servizio (barrare la casella apposita). “Dico: ma che diavoleria è mai questa? Di quale dipartita va cianciando? E come sono arrivato qui? Cazzo mi avete messo nel bicchiere, a cena, mentre ero a far pipì? La solita goliardata di quei deficienti dei miei amici, scommetto! E poi, scusi, ma io non la conosco: chi è lei e come è entrato in possesso di questo materiale e come fa a sapere tutte queste cose su di me?” Il suo era un crescendo indignato e incalzante. “Io la denuncio per sequestro di persona e violazione della privacy e non si pe........”. E lì si interruppe di colpo, non senza assumere un'aria fra l'inebetito e lo sgomento. Come non capirlo, del resto: l'altro si era alzato e aveva mosso alcuni passi verso di lui, appoggiando i piedi su una sorta di banco di nebbia fluttuante!!! E non è tutto, perché una volta uscito dalla penombra della platea, non fosse stato sufficiente il suo inconcepibile modo di incedere, “quello” si palesò nella sua interezza, ostentando un aspetto esteriore... come dire...? parecchio sconcertante: un omone, una specie di Geronimo con tanto di giaccone di pelle marrone chiara completo di peneri d'ordinanza, capelli nerissimi, arco e frecce a tracolla. 
“Che i tuoi amici siano un branco di cazzari senza costrutto, non c'è alcun dubbio al riguardo”. Replicò serio e sereno il pellerossa, “ma questa volta mi sento di assolverli. Darei piuttosto la colpa alla tua pessima e irriducibile tendenza a mangiare cibi grassi e malsani alle ore più improbabili, a bere troppa acqua di fuoco, a tracannare caffè, a fumare 20 calumet il giorno, pardon: sigarette, a fare poco moto e a trombare ancor meno, se posso permettermi”. Ermanno stava per replicare che no, non poteva assolutamente permettersi, ma Mister Tre Metri di Grande Capo lo fermò con un deciso cenno della manona aperta, a mò di vigile, e proseguì indisturbato: “L'ictus ci sta, oggettivamente... e il tuo medico te lo aveva anche detto... Ma tu? Niente! Quanto al resto, ti facevo più sveglio, dopo tutti quei film sui cowboys e i Tex che ti sei sparato. Comunque: capisco che di notte non renda, ma il luogo in cui ti trovi è a voi noto col nome di Celesti Praterie (Verdi Praterie secondo taluni, che però errano). Tutto chiaro, ora?” “Qui di chiaro c'è solo l'urgenza di chiamare il 113 e mettere fine a questa buffonata, caro il mio Signor... Signor... favorisca il suo nome, prego, lei e la sua mise da carnevale fuori stagione... neanche troppo originale, poi... capirai... da Indiano...!”. “Nativo americano, prego”. Puntualizzò quella specie di Geronimo da film con John Wayne “e il mio nome è Manitou, come avresti dovuto capire già da un pezzo; o almeno così mi chiamate voialtri”. 
Ermanno non se ne dette per inteso e ficcò con veemenza le mani in tasca per estrarre il cellulare, ma, che quello non fosse il suo giorno più propizio, ebbene dovette realizzarlo in un lampo, allorché le sue stesse mani si dimostrarono del tutto incapaci non dico di afferrare qualcosa dalle tasche, ma perfino di rimanere contenute al loro interno, fuoriuscendo dalla stoffa come aghi di pino da un plaid reduce da un pique-nique nel bosco. Terrorizzato, toccò varie parti del suo corpo in frenetica successione, ma era come se avesse perso del tutto il tatto o, peggio, la consistenza materica del suo essere. Pensieri deflagranti e inconciliabili cominciarono a popolargli la testa. Alla fine, incapace e come svuotato di colpo da ogni residua energia, si accasciò remissivo per terra, incapace di organizzare un qualsivoglia pensiero che non fosse stupore ebete e senso d'impotenza, cominciando perfino a trovare quasi naturale, per quanto orrendo, che il suo etereo deretano in caduta si accomodasse su una nuvoletta cortese che gli si era fatta sotto con notevole sincronia e grazia. “Tu-tutto questo è pazzesco e in vita mia io... io... non...”. Vedendolo in difficoltà nel proseguire, Manitù gli venne incontro in tono accomodante: “Ecco, questo è il punto: 'in vita tua'. Comincia a immaginare un'altra dimensione, perché quella roba lì ormai è archiviata. Anzi, ci sono un sacco di procedure di check-in ancora da disbrigare e non è che vorrei farci l'alba del quarto millennio a compilare la tua scheda, anche se, okay, il tempo certo qui non scarseggia... Allora, dunque, visto e considerato che sei capitato sotto di me...” e così dicendo cominciò a proporgli con cortese sollecitudine una serie di moduli da riempire, uno dal contenuto più bizzarro dell'altro “...vediamo di venirne a capo con ragionevole speditezza. Ecco qua: con questo ti impegni ad accettare la Celeste Prateria come luogo di fruizione dell'Eternità così come a tutt'oggi codificata dal Contratto Collettivo Soprannaturale di Lavoro (di seguito CCSN) e successivi accordi multilaterali fra i rappresentanti del divino consesso, quelli dei trapassati e quelli dei tecnici e delle maestranze addette alle cure e ai tormenti, ove espressamente previsti. Firma qua”. Ermanno, come un automa, firmò, constatando con terrore latente che la mano non percepiva la penna che stringeva, ma tuttavia la muoveva di propria iniziativa per tracciare sulla carta la sua miglior firma. “Quest'altro ti obbliga a rispettare turni e orari, nonché a rinunciare a cacciare i Sacri Bufali con armi da fuoco e a parcheggiare la nuvoletta fuori dagli spazi rossi consentiti. In cambio avrai un vaucher per 45.000 ingressi/millennio al trasporto pubblico su Cirrocumulo” e giù un'altra firma in stato semi-ipnotico, “...e l'ultima firmetta, con la quale accetti e dai per lette le condizioni generali dello Stare Eterno nella Celeste Prateria (la tua è la Sezione Prati Sempreverdi, ricordatelo, mi raccomando) e il regolamento interno, oltre ad autorizzare il trattamento dei tuoi dati personali sensibili per i soli fini istituzionali autorizzati. In pratica si tratta del tuo consenso a rendere pubblico il contenuto della tua scheda di valutazione personale nel caso un'ispezione della CEE volesse verificarne la congruità col trattamento a te riservato.” “La Comunità Europea pure qua!” s'interrogò il malcapitato, ancora fresco di memorie di spread e Monti e Draghi e Merkel e default vari. “Ma quando mai!”. Lo rassicurò l'altro: “CEE qui sta per Commissione Ecumenica di Equipollenza, non te l'augurare, peggio, molto peggio della BCE, del Fiscal Compact o del controllo diretto del debito pubblico e del pareggio di bilancio in Costituzione: questi, se non ci vedono chiaro sul trattamento degli ospiti e sulla corretta applicazione di premi e pene equiparabili a quelle comminate negli altri paradisi, cominciano a fare inquisizioni e domande e a spulciare la scheda e a entrare nel merito... lascia perdere e firma, va, che è meglio!”. Ermanno firma come se oramai la sua volontà fosse stata risucchiata altrove. “...e infine, ecco qua la password per la rete interna Eternet, che è scritta qui” e gli porge una busta tipo quelle con dentro il PIN del conto corrente. “Benvenuto!” concluse il Divino Pellerossa con un bel sorriso incrociando le braccia nel più cinematografico dei gesti. “La... password?!”. Evidentemente, di tutte quelle enormità che gli si erano appena rovesciate addosso, Ermanno mostrava incredulità solo per quell'aspetto marginale, come se i Sacri Bufali e il Cirrocumulo di linea fossero questioni già metabolizzate, una roba che ci può stare, insomma... “Certo, ma non ti preoccupare: ti servirà solo per il tempo strettamente necessario a prendere dimestichezza con la comunicazione telepatica; poi dovrai restituirla. Nel frattempo potrai accedere a Gracebook e a Soultweetter, ma non metterti a cercare profili di tettone perché tanto sono inibiti, così come, ovviamente, i siti porno, che sono accessibili solo dagli inferi di tutte le religioni, ma questa è una storia lunga e te la racconto un'altra volta. Il nostro inferno, sappilo, si chiama “La Riserva” e ci girano le anime degli ubriaconi e dei nativi americani venduti ai Lunghi Coltelli, tipo i Dakota.”. “Il Diavolo se li porti, dannati traditori!” Esclamò Ermanno in un sussulto da ultrà pellirossa, reminescenza di vecchi albi di Tex e pellicole Hollywoodiane dove la tribù dei Dakota, appunto, pur di danneggiare i suoi acerrimi rivali, gli eroici Seminoles capaci di nuotare nelle paludi e di opporre fiera, irriducibile resistenza ai maledetti Yankees, finivano invariabilmente col vendersi ad essi e tradire la causa in cambio di qualche botte di Acqua di Fuoco, pessimo Whiskey torcibudella della peggior marca. “Se li porta, se li porta....” commentò il padrone di casa socchiudendo lievemente gli occhi con fare bersaniano e muovendo appena il capo ritmicamente in su e in giù, “...abbiamo stipulato un'apposita convenzione con l'inferno cristiano per specifici supplementi di pena, perché per quelli infami la Riserva era troppo simile alla condizione di vita lì giù” e indicò verso il basso con un leggero spostamento del volto. “Ma come sarebbe che avete stipulato convenzioni con l'Inferno Cristiano? Che c'entrano il Diavolo e Gesù Cristo se qui ho trovato te?” Chiese Ermanno, ricominciando con fatica e lentezza a ritrovare un briciolo di pensiero organizzato, dopo quella popò di sbronza di strabilianti novità. “Ma no, ma no... Ci siamo tutti. Tu sei capitato qui perchè ormai il Culto delle Celesti Praterie è praticato da una nicchia ristrettissima di reduci e, se non vogliamo che ci chiudano il reparto per mancanza di numeri sufficienti, dobbiamo adattarci a reclutare a piene mani fra tutti i fan della causa dei nativi americani, anche se cresimati e battezzati, come nel tuo caso, o scintoisti come il pubblico giapponese delle multisala di Tokyo. Ci ha portato più utenti Ombre Rosse del Generale Custer e di tutte le stragi delle Giacche Blu messe insieme, per intenderci. Solo così riusciamo a garantire legittimità al perdurare delle Celesti ed è grazie a gente come te, veri cultori di film un po' così e di fumetti dove la fantasia porta spesso l'autore piuttosto lontano dal mero dato storico, ma tant'è... Grazie a voi indianofili, insomma, abbiamo da poco (un par di secoli, pure qualcosa meno) ratificato un accordo con gli altri Soggetti Divini che ci permette di tirare avanti, anche se abbiamo dovuto esternalizzare alcuni servizi, quali l'equivalente del vostro purgatorio (che qui si chiamava 'Lo Stato di Mezzo', detto anche 'Tra El Paso e la Mesa', perché riproduceva la condizione delle nostre tribù che vivevano ai confini dei deserti tipo quelli del Texas o dell'Arizona) e il Festival Secolare dei Danzatori della Pioggia, che è diventato non più secolare ma millenario e viene gestito in appalto, come l'ex purgatorio, da una società di indiani, sì, ma dell'India, che ha approfittato dell'equivoco linguistico nel capitolato che bandiva la gara (per questo da quel momento insisto tanto perché si venga chiamati nativi americani e non indiani) e ha sparato un dumping, un sottocosto della Madonna, con tutto il rispetto per la Collega. Non puoi capire i disservizi causati da queste esternalizzazioni! E il casino che ci stampano angeli, diavoli, animali sacri, spiriti-guida professionali e via discorrendo, perché questi appaltatori si avvalgono di manodopera sottopagata e dequalificata che non applica mai, ma dico mai il CCSL quanto a pene e orario; una Babele, insomma! Comunque, a parte queste derive dei tempi, stiamo tutti qua: Dio, Geova, Javeh, Giove che sta in fissa con la patata e vuol sempre trasformarsi in qualche animale o giovanotto e precipitarsi fra i vivi, anzi fra le vive, Maometto, Allah, Buddah, Shiva, Visnù, Anubi, Djamballah il dio serpente, Thor, Odino e tutti, ma proprio tutti quelli che in ventimila annetti siete stati capaci di inventarvi voialtri laggiù, evocandoli con tanta forza, tanta tragica intensità, tanta speranza e fede e ferocia e disperazione che, alla lunga, tutta quest'energia mentale ha finito per materializzarsi e prender forma. Capirai che a quel punto si è resa necessaria un'Assemblea Costituente che ha dovuto scrivere la Costit-unzione, cioè una Sacra Scrittura (l'unica di reale discendenza soprannaturale, perché le altre hanno il valore di uno spot) che definisse i criteri di santità, di rettitudine morale, di lieve colpa,di cattiveria eccetera eccetera. Che tempi! Ognuno che spingeva per far passare i propri precetti, o meglio quelli che i rispettivi credenti si erano inventati per poi attribuirli ad un nostro personale progetto. Tutti che assolvevano i comportamenti dei propri fedeli, anche i più eccentrici, chiedendo la condanna di quelli altrui. La fatica che ho fatto perché non passasse per meritevole lo squartamento dei nemici, la caccia col fucile e lo sterminio di massa in nome della presunta superiorità della propria razza o di una particolare civiltà o religione, ad esempio! Certo: ho dovuto cedere a qualche compromesso e rinunciare, per dirtene una, a considerare virtuosa la pratica di fumare erbe psicotrope per festeggiare la firma di trattati di pace, accettando in cambio la pessima usanza di assumere alcool in frangenti simile; per non parlare del fatto che non c'è stato verso di tutelare la sacra tradizione di scalpare il nemico catturato... vabbé... Lo sai com'è: noi divinità inventate da popoli numericamente poco significativi siamo piccoli e divisi, mentre le grandi divinità adorate da miliardi di credenti hanno i mezzi per imporsi. Quando Matzakehonda, divinità secondaria di un appartato atollo polinesiano, 17.498 anime complessive in 3 millenni, si è piccato di pretendere che chiunque divorasse un crostaceo, suo animale simbolo, fosse da condannare a pene atroci, c'è stata una mezza sommossa in aula, oltre che battute di spirito che neanche immagini! Aaaah! E' stata una stagione indimenticabile! Una vera e propria epoca dell'oro celeste!”. “Ma scusa, Ma-Manitù, hai detto, no?” Si intromise pavido Ermanno, iniziando a percepire la spaventevole, inaudita attendibilità di quel che suo malgrado andava ascoltando “Allora io avrei potuto finire al Purgatorio del Walhallah, all'Inferno cristiano a al Paradiso musulmano delle Vergini... Giusto?” “In teoria sì”. Disse Manitù come scuotendosi dal fluire evocativo di antichi ricordi epici. “Ma non del tutto. Con Odino e Thor hai avuto pochissimo a che fare, eccezion fatta per qualche fumettaccio anticomunista yankee dei primissimi anni '70 del secondo millennio, epoca che ti ha visto peraltro più attento e partecipe nella lettura di dubbie rivistacce e cataloghi del Postal Market (Ermanno abbassa lo sguardo imbarazzato). Quanto al Paradiso islamico... Beh, tocca almeno esser stati musulmani in vita. Poi, oggi come oggi hanno problemi di soprannumero e sovraffollamento, perché tanti ne nascono e tanti ne muoiono fra guerre, calamità, cinture esplosive, droni bombardieri, regolamenti di conti fra tribù con visioni leggermente difformi del Corano, rivoluzioni cruente che durano il tempo di uno sbadiglio per poi evolvere in nuove, più sanguinarie repressioni e conseguenti contro-rivoluzioni... Quindi è più facile che cerchino di allocare qualche milione di anime in altre strutture piuttosto che accogliere soggetti provenienti da altre religioni.”. “Ecco, lo sapevo che avrei dovuto convertirmi quando ero ancora in tempo, come Cat Stevens...” Sbottò Ermanno dandosi un colpetto col pugno sulla fronte, senza peraltro riuscire a percepire né il pugno, né tanto meno la fronte. “Ancora con 'sta storia del Paradiso delle Vergini!” Manitù aveva evidentemente intuito il nesso non esplicitato dal suo interlocutore. “Ma state tutti in fissa, benedetti figlioli! E' bene essere chiari: sì, è vero, è stata un'ottima idea propagandistica. Chi preferirebbe passare l'eternità a cacciar bufali o a contemplare un triangolo con la barba, piuttosto che disporre di una settantasettina di giovani pulzelle illibate? Però, però... c'è un però: infatti Maometto si è preso pure una multa dall'Anti-bluff, la temibile Agenzia Celeste che aveva già sanzionato il cristianesimo per via della storia delle indulgenze che avrebbero accorciato i tempi di smaltimento delle colpe de li mortacci sua finiti in Purgatorio, bastava che il parente sopravvissuto si frugasse nel portafogli. La faccenda delle Vergini è pubblicità ingannevole: intanto tutte queste vergini non si trovavano più e ce ne volevano tantissime, perchè una è vergine fino al giorno in cui non inizia a praticare e non è stato ritenuto sufficiente, da parte dell'Antibluff, la mera restaurazione dello stato imenale antecedente l'atto per considerare idonea la pulzella alla condizione virginale, dato che una membrana qui è un gioco da ragazzi ricostruirla, ma la sapienza sessuale acquisita non si riesce più a sradicare dalla mente e dalla prassi della lavoratrice. Anche perchè altrimenti i sindacati s'incazzano per il mancato riconoscimento dello scatto di carriera e per mobbing da intrusione nell'apparato mnemonico e riproduttivo della stessa. Poi, dimmi tu che cosa diavolo puoi combinare con una vergine in assenza di corpo. Qua non siamo mica ai vari inferi, dove il dannato riacquista per obbligo contrattuale la sensibilità epidermica durante le sessioni punitive, al solo fine di poter percepire dolore, tormenti e pene. Certo: proprio a partire da questo istituto contrattuale, ci sono state petizioni e raccolte di firme per estendere il ripristino del senso del tatto in determinate fasce orarie anche ai bravi islamici. E ce ne sono tantissimi: non è che tutti i musulmani se ne vadano in giro a farsi esplodere, ad abbattere torri, a finanziare guerriglie, a sparare in testa a ragazzine studiose o a condannare a morte adultere e scrittori come vi hanno fatto credere in Italia, perché quelli che si comportano così saranno centomila su un miliardo e 200 milioni di fedeli, che è una percentuale di imbecilli che ritroviamo tranquillamente presso tutte le culture e le religioni. Governanti compresi, anche se in forme meno odiose, forse, e più subdole. 
Se un ministro prende soldi per fingere di non sapere che una fabbrica inquina a morte una città intera, ad esempio, quel politico non è meno assassino del religioso che decreta la lapidazione di una sposa infedele, anche se la faccenda in oggetto fa meno notizia. Nessuna di queste iniziative tese a dare un senso al Paradiso delle Vergini, però, è andata mai a buon fine, perché dopotutto qua noi divini siamo proprio come voi ci avete voluti; e quasi sempre (anzi: toglierei il quasi), le religioni se la sono presa col sesso con speciale accanimento proibizionista, normatorio, colpevolizzante, denaturalizzante. E guarda il risultato. Chi sbrocca, chi va in fissa, chi diventa compulsivo, chi stupra, chi uccide la ex, chi prende porcherie per aumentare prestazioni e misure, chi perde tutto quel che ha per un capriccio dei sensi. Tu, per esempio: una vita a fantasticare complesse e insaziabili concupiscenze e, allo stringere dei fatti, hai sedotto una donna ogni 5 anni circa, hai sperimentato la miseria di una dozzina di varianti su migliaia immaginabili e l'ultima pippa te la sei sparata... Vediamo... (e dà una scorsa alla scheda di Ermanno) ...Ecco qua: martedì scorso (Ermanno diventa più rosso di un tramonto sul mare)! Che poi alla tua età, dai...” (ormai Ermanno non sa più dove diavolo guardare). “Alla fine: niente reintegro della sensibilità epidermica, né qui né in nessun altro Paradiso, men che meno in quello delle Vergini. E capirai che non è che ci sia tutta 'sta lussuria, se manca il presupposto principe, chiamiamolo così. A dire la verità, qualche secolo fa, in pieno illuminismo, arrivarono là dei tali rompicoglioni sofistici e razionalisti che fu deciso un breve periodo di sperimentazione controllata e a numero chiuso; ma durò poco. E sai perché? Perché i selezionati, le anime maschili prescelte, cominciarono a tempestare l'Ufficio Vergini di domande su domande, lamentele su lamentale. 
In estrema sintesi, queste intemperanze possono essere ricondotte alla seguente frase: 'Non si potrebbe fare che ci si accontenta di un paio di vergini su 77? E magari le altre 75 le selezioniamo nel vasto bacino dei troioni?'. Perché l'uomo non è mai contento, neanche quando è puro spirito. O meglio, in quanto puro spirito lo si tiene ragionevolmente a bada, ma se solo gli ridai il corpo, ricomincia daccapo a vagheggiare partner erotiche disinvolte, sottomesse, insaziabili, golosissime, flessibili, inguainate, tacchettate, coperte di sole trasparenze, aggressive, brillanti, mute, docili, intraprendenti, apparentemente inespugnabili, materne, sboccate, schiave dei sensi e del maschio e a lui eternamente grate e devote per tanta possante capacità di appagamento. Come fossero segnate a vita da quelle 4-5 bottarelle che sono poi pressoché identiche a tutte le latitudini e in ogni epoca e che scivolano via al ripristino dei livelli ormonali post-orgasmici, tranne conseguenze fisiologiche ormai facilmente evitabili. Dunque, la sperimentazione fu chiusa e sepolta e non c'è paradiso in cui non regni la più assoluta sublimazione, fatto salvo il breve periodo di ambientamento necessario all'ospite per raccapezzarsi in questo nuovo status.” 
Ermanno restò in silenzio e pensò, pensò, si spremette le meningi e pensò che era vero quel che diceva mister giacca sfrangiata, ma non era tutto, non poteva esser tutto. Pensò e ripensò alle sue fisse, all'istinto alla fuga del “subito dopo”, alle sue fantasie dozzinali e condivise dal genere maschile tutto, sì, ma anche a quei rari momenti in cui la conoscenza sessuale aveva infranto mura e barriere, aveva fatto fare un salto in avanti a qualsiasi consapevolezza, aveva provocato la dilatazione della pelle e delle percezioni, non solo quelle fisiche... A quelle volte, tante, poche, forse una, in cui si era sentito dire che come lui nessuno mai prima d'allora e ci aveva creduto e forse era una balla e tutte dicevano a tutti così, per cortesia verso il compagno d'avventura o per overdose di presente rispetto alle memorie poetiche del passato. O forse era vero ed era il numero uno dei numeri uno, o forse era vero solo in quell'istante lì e non lo era stato un attimo prima e non lo sarebbe stato l'istante successivo, ma in quel momento la voce che gli parlava e gli occhi che lo guardavano non potevano mentire, altrimenti tutto sarebbe stato alla fine riconducibile ad una complessa variante sceneggiata di una fantasia masturbatoria dove nessuno incontra mai nessuno, per poi uscire da questi non-incontri genericamente decongestionato, con la pelle più rilassata e l'umore meno cupo e frenetico, ma mai cambiato e mai diverso da prima. E invece non è così. Ci sono incontri che ti cambiano, non necessariamente grandi amori, anche solo scambi occasionali, ma ti cambiano perché incontri il diverso, l'inconoscibile così simile a te in quasi tutto tranne qualcosa, l'oggetto del desiderio, della tua capacità di fantasticare, di immaginare, di tornare nel mondo affilato come una lama capace di trasformarlo e consapevole di questa forza. Questo pensava e per una volta il suo divino interlocutore non gli leggeva dentro, perché dopotutto, ma che ne sa Manitù di queste cose? Certo, legge le schede dei trapassati e tutte manifestano un certo ingolfamento, una secca predominanza di pensieri e azioni riferibili in qualche modo diretto o indiretto a quel complesso mix di ordini naturali chiamate pulsioni, indefinibili sovrastrutture mentali chiamate erotismo e delicate sfumature di ricerca dell'altro chiamate desiderio, il tutto messo ad arbitrio sotto il nome di “sesso” e pensa: “Eccone un altro” perchè intercetta la parte più aspecifica di questo magma e non fa fatica a ricondurla a poche varianti sul tema. “Sì, è vero: è facile per me metterti in imbarazzo e fare dello humour, ma, come vedi, alla fine se sei qui vuol dire che in fondo sei stato un brav'uomo, in senso lato. Non dico un benefattore, insomma, ma uno la cui irriducibile curiosità sul mondo e sull'umano è stata riparo sufficiente da colpe ben peggiori di qualche maldestra interpretazione del principio di pacere, perchè alla fine voi ci avete creato a vostra immagine e somiglianza e quindi anche noi divinità siamo tutte più indulgenti in materia di quanto non vorrebbero le vostre stesse astruse regole.”. “Ho capito, Manitù.” Concluse Ermanno che si stava assuefacendo a quell'inedita condizione di puro-spirito che lentamente sfocava il senso di ciò su cui poco prima stava appassionatamente riflettendo, risucchiandolo secondo dopo secondo in quella nuova dimensione incorporea che iniziava a condizionarne le percezioni. “Ma allora che si fa senza il corpo?”. “Si ragiona, si contempla, si taglia l'erba delle celesti praterie, si incontrano vecchi amici e parenti, si va con loro a vedere Soldato Blu, Balla coi Lupi, Ombre Rosse, la retrospettiva su Tex presentata da G. Bonelli in persona con tavole inedite a colori (non ora, che è ancora giù, ma è già in calendario-eventi), si comunica con gli altri reparti, ci si attiene al regolamento, si caccia il bisonte, sì, ma (e proseguì a dito alzato e a sopracciglio inarcato a mò di monito) Solo e soltanto con arco e frecce telepaticamente guidate, s'intende. E che vuoi fare, sennò, per i secoli dei secoli?”. “A Manitù, senza offesa: che du' palle, però! Ma non era meglio morire-morire, allora?”. “E così sarebbe stato, e così accade ai suicidi, ad esempio, se non ci fossero stati miliardi di esseri umani, ovunque e in qualunque condizione, dalle più miserevoli alle più sfacciatamente privilegiate, tutti concordi nel teorizzare o richiedere o supplicare un qualsiasi aldilà, fino a che questo, come ti dicevo prima, non si è materializzato con tutti gli annessi e i connessi. Così è, e bisognerebbe che tutti gli uomini smettessero di aver paura di morire, per poter cominciare a pensare di smobilitare quassù. Ma la vedo dura...!”. “La vedo dura anch'io” sentenziò Ermanno “E ormai mi sa che è troppo tardi per suicidarmi”. “Poco ma sicuro”. Constatò Manitù con essenziale schiettezza. “E che posso fare, allora, se tutto questo non mi va o non mi andasse più a genio?”. Chiese senza neanche grandi speranza di risposte diverse da un salomonico 'fattela prender bene, perché tanto così è'. “Puoi sempre compilare il modulo”, rispose invece il Nume del Sacro Bisonte col tono impersonale e automatico di un impiegato del Pubblico Registro Automobilistico interpellato da un utente in coda. “Modulo? Che modulo?” “Il M.U.R.O: Modello Unico di Richiesta Oblio, diamine! Motivi la tua istanza, barri l'opzione a scelta fra eterno oblio o reincarnazione, indichi in subordine in quale specie vivente vorresti reincarnarti, ti fai protocollare la domanda e, di norma, in un paio di millenni il C.A.I. si pronuncia”. “Le Guide Alpine? Il C.A.I.?”. “No, la Commissione Anime Inquiete. Così nel frattempo ti sei scordato tutto quello che è successo nell'altra vita e ricominci allo sbaraglio e senza alcuna superiore consapevolezza. Di nuovo a bagno: Splash! Però non puoi farla subito, la domanda: devi aspettare che sia trascorso il p o ospite. “Un batter di ciglia o poco più!”. Gli fece eco Il Divino Arciere col tono di chi sapeva ciò che diceva. “E nel frattempo?”. “Nel frattempo, seghe”. “Ma non erano proibite o impossibili da praticare?”. “Si, ma io intendo quelle mentali!”. “E ti pareva?”. Ermanno si sentiva chiuso dal pronostico: “Sai che c'è? -pensò- Dopo il periodo di prova, chiedo di rinascere e di rinascere elefante. Campano un botto, nessuno se li magna quasi mai, non fanno male alle altre specie se non involontariamente per via della mole e non sono sfiorati dal minimo pensiero complesso, oltre ad accoppiarsi senza troppe complicazioni quando l'elefantessa va in calore.”. “Ottima idea!” replicò il Capo, evidentemente allenatissimo nella tecnica della telepatia “ma per te impraticabile, purtroppo”. “Come sarebbe?” chiese Ermanno sorpreso. “Non ci si può reincarnare due volte nello stesso animale e tu elefante lo sei già stato, una volta. Fosti uomo, lo si può fare fino a 3 volte, e scegliesti di reincarnarti elefante. Naturalmente non ricordi un beato piffero di tutto ciò, ma è agli atti. Dai, non prendertela. Dopotutto voi esseri umani avete la memoria corta, non fate mai tesoro delle vostre passate esperienze e non imparate mai niente dai vostri stessi errori. Ora però riposati, vai, che è stata una giornata faticosa e domani sei già di turno per il taglio dell'erba mistica nel Pratone dei Navajos”. Concluse come per congedarsi, mentre già si voltata e iniziava ad allontanarsi da Ermanno. Si fermò dopo pochi passi, però, e tornò a guardarlo con l'aria di chi si stava per dimenticare di dire qualcosa di importante. “Ah! E già che vai lì, salutami Lilith*! Gran pezzo di Squaw, quella!”. E si allontanò saltellando lieve ed austero sulle nuvolette rosa dell'alba e sui caratteri bluette dei titoli di coda, non senza essersi lasciato andare ad una strizzatina d'occhio un po' guascona all'indirizzo del lettore... O della macchina da presa, fate voi. 

*Lilith: moglie Navajo di Tex Willer uccisa ancor giovanissima dal vaiolo introdotto nel suo villaggio da loschi trafficanti yankee tramite coperte infette.

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