venerdì 9 dicembre 2016

I Gioielli dell'Officina dell'Inventeria (Come le donne interpretano l'elettronica)

Siamo ancora alla Fiera degli Alter Bej, Sara dell'Officina Inventeria crea monili con pezzi elettronici di recupero. La sua filosofia è quella di non comprare assolutamente niente perché la nostra società ha prodotto troppa roba inutile che si trasforma poi in spazzatura.

 Sara di Milano dell'Officina Inventeria con la sua bancarella sul Cavalcavia Bussa per la Fiera degli Alter Bej.

Tony Graffio: Sara come procedi nel tuo lavoro?

Officina Inventeria: Apro le cose che non funzionano più per smontare tutti i pezzi e recuperarli. Tengo gli elementi più belli che a me dicono qualcosa e li reinvento trasformandoli in monili che vendo sulle bancarelle dei mercatini.

TG: Da quanto tempo ti occupi di questa cosa? Possiamo chiamarla attività?

OI: Per adesso, più che un'attività è una passione. Da quattro anni mi occupo seriamente di inventare nuovi monili e bijoux. Da pochi mesi ho iniziato a proporre le mie creazioni sulle bancarelle. Prima, smontavo solo per diletto personale e fare gioiellini da regalare agli amici. Sono stati proprio i miei amici a spingermi verso questo mondo e a produrre in quantità maggiori per cercare di vendere qualcosa al pubblico.

TG: Ti diverti?

OI: Sì, mi diverto tantissimo perché trovo persone interessate al mio lavoro che restano stupite di quello che faccio.

Gioielli di riciclo elettronico. Sono visibili un sensore elettronico ed un piccolo obiettivo fotografico. 

TG: Come mai una donna si occupa proprio d'elettronica?

OI: Sono molto curiosa e sono una donna un po' atipica, forse perché ho avuto uno zio che smontava tante cose e aggiustava di tutto. Mi ricordo che mio zio arrivava da noi con degli attrezzi che erano un po' proibiti ad una donna; invece lui mi  faceva usare il cacciavite e le pinze per smontare le cose. Un giorno che si è rotta una radio, mi son detta: proviamo ad aprirla per vedere c'è dentro ed ho trovato delle parti che mi hanno interessato molto perché mi sembravano proprio dei gioiellini. Così ho iniziato a smontare altre cose e quando non avevo più niente da aprire ho iniziato a farmi regalare delle cose dagli amici perché sempre tutti abbiamo qualcosa da buttare via.
Ho scoperto veramente un nuovo mondo ed un bellissimo interesse. Ci sono dei pezzettini unici in determinate macchinette che smonto che poi non trovo più in nessun altro apparecchio elettronico.

TG: Sara, fai anche qualche fotografia, ogni tanto?

OI: Certo, ne faccio tanto per metterle sul mio blog e spiegare quello che faccio. Grazie alla fotografia posso far vedere tutto il lavoro che sta dietro il mio lavoro e la fatica che faccio per creare qualcosa di nuovo. Per smontare i pezzi e sceglierli. Purtroppo, molto materiale viene buttato via. Mi piacerebbe sensibilizzare le persone quanta plastica viene usata e buttata nella spazzatura. Il metallo invece riesco a riciclarlo. Quello che tengo è solo una piccolissima parte di quello che smonto. Per questa passione serve tanto spazio; io opero in casa. Il mio laboratorio l'ho aut-costruito, sempre con pezzi di recupero, è nella mia camera da letto.

Un obiettivo fotografico diventa un orecchino in una seconda vita.

TG: E' vero che la fotografia digitale non serve a nient'altro che ad utilizzare i sensori per farne orecchini?

OI: Eh sì, serve anche a quello! La fotografia digitale è bella perché ti dà la possibilità immediata di vedere quello che tu hai fotografato. Poi, ti dà anche altre possibilità. Non sono una maestra del'arte fotografica, ma sono contenta di utilizzare questo mezzo per la macrofotografia che mi permette di vedere meglio quei dettagli che il mio occhio fa fatica a vedere. 

TG: Ti ricordi per caso da dove hai estratto quel piccolo sensore che hai trasformato in un orecchino?

OI: Assolutamente no, mi spiace. Doveva essere dentro ad una macchina fotografica o a un telefono cellulare. Smonto talmente tante cose che perdo la cognizione di quello che faccio. Infatti adesso mi sono proposta di fare più attenzione e tenere un diario fotografico che testimoni dove prendo i pezzi. Se prendo una stampante, faccio delle fotografie prima di smontarla, mentre la smonto ed una volta smontata. In questo modo posso ricordarmi che un certo pezzo arriva proprio da quella stampante. Certo, poi se mi serve un altro pezzo uguale poi dovrei andare a cercarlo in mezzo a tantissime fotografie e anche quello diventerà un "lavoraccio".

TG: Capisco. Grazie Sara. Mi raccomando, in futuro quando troverai altri sensori fai qualche fotografia e spediscimela, sono curioso di vedere da che fotocamera arrivano.

OI: Va bene, sarà fatto, grazie a te.

Sara indossa una sua creazione.

Questo è il blog dell'Officina dell'Inventeria


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