martedì 11 ottobre 2016

Mai volgari, sempre cattive. Al Malafemme 2016: 4 tatuatrici per 160 serigrafie (WonderBee, Indignada Jones, Kina e Kylie Tomato)

Al Malafemme 2016 ho incontrato 4 artiste che hanno realizzato dei disegni che poi sono stati trasformati in stampe serigrafiche a 3 colori. Seguono le interviste.


Frammenti di Cultura al Malafemme Indipendent Festival Vol. 3. Le 4 opere delle 4 tatuatrici che si sono cimentate con la serigrafia alla Fabbrica Occupata Autogestita Boccaccio di Monza.

Tony Graffio: Barbara, raccontami tutto. Che cos'è questa iniziativa che vede 4 donne che fanno tatuaggi dedicarsi alla serigrafia?

WonderBee: Io sono WonderBee, ho creato una collaborazione con un laboratorio serigrafico che si trova a Sud-Est di Londra su un barcone di legno, in un creek che porta al Tamigi. Ho trascorso circa un mese e mezzo su questo ex dragamine (era la H.M.S. Ledsham M2706) ed ho chiesto alle tatuatrici che avevano intenzione di partecipare al Festival Malafemme di darmi un loro disegno per poi trasformarlo in serigrafia ed esporlo qui nelle serate di oggi e domani (23 e 24 settembre 2016 ndTG). Sono scaturite queste serigrafie in 3 colori, quindi fatte con tre telai diversi, stampate su una buona carta cotone dal peso di circa 300 grammi. Il lavoro che ne è uscito è piuttosto buono e noi siamo tutte soddisfatte di questa esperienza. Per me è stato particolarmente interessante perché ho imparato delle cose in più sulla tecnica serigrafica. Lavorare su un barcone attraccato in un canale non è facile perché bisogna avere una serie d'attenzioni in più rispetto alla terraferma. Inoltre gli scarti della lavorazione non devono inquinare le acque e ogni volta bisogna prendere dei secchi, riempirli portarli via e poi svuotarli da un'altra parte; insomma è solo la passione che ti fa fare certe cose.


I tre telai serigrafici che hanno dato vita all'immagine a colori stampata da WonderBee a Londra con l'aiuto dei "Minesweeper". Fotografia di WonderBee.

TG: Chi sono questi stampatori che vivono e lavorano sul barcone? Sono giovani?

WB: Sì e sono molto bravi, fanno dei workshop a cui puoi partecipare portandoti i tuoi telai, oppure imparare la tecnica da zero. Chi è nel collettivo ha tra i 30 ed i 40 anni, più o meno.

TG: Le serigrafie che avete presentato questa sera sono state stampate da questo collettivo inglese?

WB: Sì, sono state stampate dal collettivo "The Minesweeper" e da me insieme a loro. E' stata una collaborazione.


Un ragazzo del Collettivo "The Minesweeper" posiziona il foglio dove verrà stampata "Miss Skating Love" sul tavolo da lavoro. Fotografia di Wonder Bee.

TG: Tu fai serigrafia oltre ai tatuaggi?

WB: Sì, faccio anche serigrafia. Se si ripeterà il Malafemme, l'idea sarebbe quella di avere una serie di vari disegni progettati dalle tatuatrici trasposti in serigrafia e portarli in giro per l'Italia con il festival.


WonderBee e la sua serigrafia al Malafemme vol.3

TG: Come s'intitola il tuo disegno e cosa rappresenta?

WB: Si tratta di Miss Skating Love, un personaggio femminile che inizialmente viaggiava su uno skateboard che poi è diventato un cuore.

TG: Si tratta di una ragazza che fa surf tra varie esperienze sentimentali?

WB: Sì, vola un po' qua e un po' là sulla sua tavola che in realtà è un cuore alato, accompagnata da topi che nascono da una goccia, come uno spermatozoo che si evolve e vola lontano. Il topo è anche un elemento dei Minesweepers di Londra.


Miss Skating Love - WonderBee 2016 - Tiratura 40 pezzi.

TG: Beh il topo è anche un simbolo sessuale...

WB: Direi di sì, comunque non so perché mi ritrovo a disegnare i topi...

TG: La ragazza del disegno sembra un po' triste, perché?

WB: Le mie pupazze sono sempre un po' malinconiche, non sono tristi. Forse sono nostalgiche perché pensano a qualche grande amore del loro passato. C'è un po' l'incertezza del futuro che non è ben chiaro e non sembra riservare grandi cose, ma nonostante questo le ragazze sono sempre positive e alla ricerca di nuove emozioni e destinazioni.

TG: Accanto al tuo c'è il disegno di Kina che ha raffigurato una sirena piratessa?

WB: Sì, ecco Kina, puoi parlare direttamente con lei, se vuoi.

TG: Ciao Kina vuoi parlarmi del tuo lavoro?

Kina: Molto volentieri.

TG: Il tuo vero nome?

Kina: Cristiana Galasso.

TG: Da dove vieni e che cosa fai?

Kina: Vengo dalla provincia di Roma, ho quarant'anni, un figlio e la passione del tatuaggio da quando avevo 19 anni. Per i primi 10 anni è stato un po' amore-odio, mentre in seguito ho iniziato ad impegnarmi veramente in questa attività. Negli ultimi anni ho collaborato parecchio con i Centri Sociali di Roma e di Forte Prenestino in particolare. Oggi sono venuta qui al FOA Boccaccio, non c'ero mai stata prima e sto avendo un'esperienza bellissima, soprattutto perché si conoscono tante belle persone e si scambiano delle cose fantastiche.


TG: Che cosa è successo nel momento critico della tua carriera?

Kina: Per me è stato difficile perché il lavoro del tatuatore, anche se non sembra, è molto faticoso. Oltre ad essere una vita di sacrifici che comunque si fanno con piacere, quella del tatuatore è una vita pesante. Non è una cosa da poco restare 7 - 8 - 9 ore al giorno a tatuare stando in posizioni assurde. Questo fatto ti porta ad avere dei problemi alle mani, alla schiena e ad altre parti del corpo.

TG: Nonostante le controindicazioni che mi hai appena descritto, continuerai a fare questo lavoro?

Kina: Per me è la cosa più bella che c'è; penso che lo farò per tutta la vita. A me piace conoscere persone che hanno la mia stessa passione e con le quali posso parlare e avere uno scambio d'idee.

TG: Com'è nata l'idea di trasportare un disegno per il tatuaggio in serigrafia?

Kina: Allora, per me questa è una novità che arriva da Londra. A Londra ho trascorso 8 giorni sul barcone dei Minesweeper, è stata un'esperienza bellissima. Tutti i giorni disegnavamo insieme ed in quel clima è nato il mio disegno. Ho lasciato il mio progetto al laboratorio e poi il collettivo mi ha fatto la sorpresa di trasformarlo in serigrafia.


Kina

TG: Cosa rappresenta il tuo disegno? Ha un significato particolare?

Kina: E' il risultato dei sentimenti tumultuosi di quel momento che stavo vivendo, però non saprei spiegarlo dettagliatamente.

TG: Mi sembra una sirena un po' aggressiva. E' così?

Kina: Sì, è una sirena col tridente in mano, fa riferimento anche al Malafemme, nel senso che si tratta di una donna molto femminile, ma al tempo stesso combattiva. E poi si sa, le sirene erano delle ammaliatrici. Insomma il gioco del disegno è questo, poi spiegarlo più nei particolari non è facile. Alcune cose nascono anche in modo istintivo, no? Secondo i pensieri che ti vengono, le sensazioni che provi, esprimere queste cose a parole non sempre è possibile.


La Sirena Pirata di Kina

TG: Ti senti anche tu un po' come una sirena seduttrice?

Kina: Sì, può darsi.

TG: Hai colorato tu questa immagine?

Kina: No, non sono stata io a farlo. Io ho fatto il disegno ed ho ripassato le linee dei neri, la colorazione l'ha fatta Raul, un ragazzo basco che vive sulla barca, insieme a Wonder Bee (Barbara Fagiolo) perché loro lavoravano insieme a questo progetto ed hanno stampato i nostri progetti. Se ti devo dire la verità, io di serigrafia ne capisco abbastanza poco. Questa cosa è nata da loro due, io ho creato il disegno, loro hanno pensato a tutto il resto. E' una collaborazione.

TG: Da profana di serigrafia, ma da esperta di arti visive, il risultato che è stato ottenuto come ti sembra?

Kina: E' bellissimo. Non me l'aspettavo, è stato un sorpresone.


Kina al Malafemme Festival Vol. 3

TG: Vedo che tremi un po', hai freddo?

Kina: Un po', scusami, mi emoziono...

TG: Allora, forse possiamo chiudere qui l'intervista, per me è sufficiente, grazie. E adesso passiamo a Indignada Jones, qual'è il titolo ed il significato della tua serigrafia?

Indignada Jones: Il venditore è un robot che vende un quadro. E' un modo per riflettere sull'arte e chiederci di che tipo di arte stiamo fruendo o abbiamo intenzione di comprare.

Vendere arte contemporanea è un lavoro da Robot senza cuore - Indignada Jones

TG: Si tratta di un mercante del futuro?

IJ: Sì, anche se già oggi siamo arrivati al punto in cui l'arte è prodotta dalle macchine e non dalle persone. Basta avere un cellulare in mano e con un click si pretende di fare arte.

TG: Il Robot ha forse dei dollari negli occhi perché oltre alla colonizzazione economica stiamo subendo anche un fortissimo controllo culturale?

IJ: Sì, ha come un riflesso negli occhi che guarda caso ricorda il simbolo del dollaro o la lettera "S" che è l'iniziale della parola soldi. E' un uomo-macchina, quindi un Robot che produce arte casuale.

TG: Anche un po' insetto, sembra perfino un robot-scarafaggio per via delle spalle curve e luccicanti che potrebbero nascondere una copertura di protezione per le ali.

IJ: Sì, è un essere freddo totalmente snaturato che non rappresenta la vita, per questo è un po' metallico: è una parte di un mondo assurdo che tuttavia è il mondo in cui viviamo.


Dal taccuino degli schizzi di WonderBee

TG: E' così che vedi il mondo dell'arte? Non hai illusioni, né sogni da vivere in questo ambiente?

JI: Vedo l'arte come qualcosa che è stato fagocitato da un sistema molto cinico; l'arte è usata soltanto per fare soldi. Si tratta di un cane che si morde la coda: per questo all'interno dell'opera c'è una raffigurazione delle nostre città, visibile nei palazzi che disegno sempre. Lo skyline della città ha l'imprinting di questi palazzi per dare la visione di un mondo molto freddo, un po' distopico. Proprio ieri parlavo di questo con Barbie, un tempo nell'allestire una mostra che potesse portare a sensazioni del genere avrei pensato a qualcuno come Andy Warhol, mentre adesso è come se tutti fossero artisti  e c'è una confusione totale. A chi dovrei pensare per trovare qualcuno che rappresenti quest'epoca? Linea piatta. Non mi viene in mente nessuno. Oggi tutti possono fare tutto e ostentarlo sotto gli occhi di tutti. Talvolta non c'è più nemmeno un messaggio preciso da diffondere, solo un'immagine. Cosa che ha fatto perdere di vista la comunicazione, nella montagna di dati di comunicazione in cui viviamo. E' un paradosso, ma è così. Insomma, sì l'arte dei nostri giorni mi sembra un po' morta e troppo meccanica, intrappolata nei tubi delle metropoli. Con chi potrei lavorare oggi? Solo avere un pensiero del genere mi sembra utopico.

TG: Scusami Indignada, tu sei anche una tatuatrice?

IJ: Io tatuo, ma non professo.


Indignada Jones con "Il Mercante d'arte"

TG: Dove hai preso un nome così particolare come quello che ti sei data?

IJ: Ovviamente, si tratta di un gioco di parole che prende spunto da un film d'avventure che mi era piaciuto molto fin da quando ero bambina. Negli anni poi ho avuto modo di confermare questo mio sentimento di sdegno verso certe cose della vita ed un ex-collega con un'uscita piuttosto felice mi ha apostrofata come Indignada Jones. L'appellativo m'è piaciuto e così ho deciso di conservarlo trasformandolo nel mio nome d'arte perché fa capire come ci sia in me una propensione alla ribellione ed ad essere una combattente.

TG: Ti ringrazio. Per ultima abbiamo Kylie, dalla Francia. Kylie da dove vieni esattamente?

Kylie Tomato: Vengo dal Sud della Francia, da Alès.

TG: Ah è un posto che conosco molto bene, è una città di minatori ai piedi delle Cévennes.

KT: Sì, è una piccola città di minatori e di comunisti.

TG: Kylie, come hai incominciato la tua attività?

KT: Per 10 anni ho lavorato come grafica per conto mio, ero stanca di quel lavoro e volevo fare qualcosa di più artistico, così ho iniziato a fare l'apprendista da un vecchio tatuatore. Sono rimasta un anno da lui e poi ho aperto il mio studio.

TG: Quando hai pensato d'iniziare questa carriera?

KT: Due anni e mezzo fa.


Il telaio serigrafico con l'immagine ideata da Kylie Tomato. Fotografia di WonderBee.

TG: Che differenze ci sono tra il mondo della grafica e quello del tatuaggio?

KT: Beh, nella grafica non sopportavo la parte commerciale dell'attività: dovevo cercarmi i contratti con i clienti e questo era un aspetto del lavoro che non mi piaceva. Nel tatuaggio la persona viene da te e si discute, non è per niente lo stesso metodo. La grafica è pubblicità, il tatuaggio ti apre ad un mondo più libero.


Never Rude Always Nasty - Kylie Tomato

TG: Che titolo hai dato al disegno che hai dedicato a questo evento del Malafemme Festival?

KT: Non c'è un titolo, non metto mai titoli alle mie opere.

TG: Allora spiegami che cosa rappresenta.

KT: Si tratta di una ragazza emancipata un po' nello stile Techno-Hip-Hop perché è qualcosa che mi parla in questo senso. E' una donna libera, un po' funky...


Urban Kaos Rave - Un esempio delle locandine di Kylie Tomato

TG: La vedo abbastanza diversa dallo stile delle altre autrici, è molto dettagliata per un tatuaggio e si capisce che è più grafica e in stile quasi da fumetto. Come mai?


KT: Io facevo delle locandine per dei rave e ho un po' conservato questo stile che s'avvicina di più alle locandine che al tatuaggio e scelgo di fare lo stesso per il tatuaggio. Faccio dei tatuaggi che assomigliano a dei disegni di grafica ed in effetti anche nei tatuaggi che faccio ci sono molte linee e particolari sottili.


Kylie Tomato e WonderBee s'apprestano a firmare le serigrafie che ho acquistato.

TG: Come ti sembra che sia stato realizzato il tuo progetto da chi poi lo ha stampato in serigrafia?

KT: Molto bene. I ragazzi del barcone sono stati molto bravi ad interpretare qualcosa che io ho fatto in maniera molto spontanea; avevo voglia di fare questo disegno per il Festival e non ho riflettuto molto su cosa fare. Non avevo altra intenzione che quella di realizzare qualcosa di carino e nel quale ognuno potesse vedere quello che avesse voglia d'immaginare. E' per questo che la ragazza non ha volto.


Kylie Tomato al lavoro al Malafemme Festival Vol. 3

TG: Come potremmo tradurre: "Never rude always nasty"?

KT: Allora: mai volgare, sempre cattiva è un po' come dire che ci si può difendere senza essere violente.


Kylie Tomato

TG: Tu vivi il mondo dell'Hip-Hop?

KT: Vivo il mondo della Techno. Il mondo Hip-Hop molto poco.

TG: Cosa pensi dei graffiti?

KT: Adoro i graffiti. Per me sono una fonte d'ispirazione enorme; è anche per questo che amo l'Hip-Hop. I graffiti fanno parte di questa cultura. Non partecipo a questo movimento, ma m'interesso molto perché è un mondo molto ricco a livello grafico, musicale, artistico, sociale. I graffiti sono un impegno formidabile a tutti questi livelli.

TG: Che cosa vuol dire essere donna e dedicarsi ai tatuaggi?

KT: Detesto quando mi chiedono questa cosa perché si suppone che ci sia una differenza. Per me non ce ne sono. Non ho bisogno di rivendicare la mia femminilità per essere una donna e non ho nemmeno bisogno d'essere un uomo per farmi rispettare.


Le mani di Kylie Tomato

TG: Viaggi molto per lavoro? O svolgi la tua attività soltanto in studio?

KT: Ho un Tattoo Shop che si chiama "Talon aiguille". I tacchi a spillo sono una caratteristica delle calzature molto femminili, ma è anche un gioco di parole per dire che siamo molto pungenti. Siamo due ragazze in negozio e allora abbiamo trovato simpatico pensare ad un nome di questo tipo.

TG: Sei contenta di partecipare a questo evento?

KT: Mi fa molto piacere esserci perché trovo geniale questo festival e sento che c'è una grande energia tra le persone che sono intervenute qui. Adoro gli eventi un po' alternativi, è qui che mi sento fiorire, compresa, in mezzo a persone che apprezzo. Sono felice d'essere qui. Non mi va di parlare di tatuaggio in generale perché ognuno lo vive come vuole. Ci sono quelli che lo fanno per vivere la parte mistica del tatuaggio, altri, come me, non vedono che l'aspetto grafico, poco visivo, ma non penso che un modo d'intendere questa disciplina sia migliore di un altro.

TG: Pensi di continuare a lavorare con il tatuaggio?

KT: Sì.

TG: Pensi d'aver trovato la tua strada?

KT: No, per adesso il tatuaggio è solo un mezzo d'espressione in più perché io faccio anche la pittrice ed altri lavori come assemblare sculture e cose così.

TG: Merci bien.

KT: De rien.


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