martedì 27 ottobre 2015

Immagini scelte di un autore che ha partecipato alle grandi mostre di Photoshow 2015

Le categorie di visitatori ed i loro interessi
Il Photoshow è durato soltanto 3 giorni, cosa che sicuramente non avrà dato a tutti l'opportunità di vedere tutto quello che offriva una fiera così bella, importante ed attesa con ansia da ogni bravo appassionato dell'immagine fotografica. 
Il pubblico del Photoshow è molto vario, c'è chi va a visitare questa grande festa per far parte dello spettacolo (il presenzialista); chi invece vuole sapere tutto degli ultimi modelli presentati dai produttori di fotocamere digitali, possibilmente toccando e provando tutto (il tecnologico); chi, come abbiamo già intuito in un precedente post, si lascia ammaliare dalle bellezze femminili presenti al Salone e si reca attorno alle pedane dove sfilano le modelle armato di fotocamere e batterie in abbondanza (il paparazzo); chi vuol assistere ad ogni seminario e workshop (il colto); chi s'informa solo su ciò che ha intenzione d'acquistare per svolgere meglio il proprio lavoro (il professionista) chi rincorre le standiste a caccia dei gadget aziendali d'ogni tipo, aperitivi compresi (lo scroccone); chi vuole incontrare e conoscere i personaggi addetti ai lavori del settore: fotografi, editori, stampatori e chi più ne ha più ne metta (l'impertinente); chi vuole vedere soprattutto le immagini e le mostre fotografiche (l'esteta); chi viene qui per motivi di lavoro e restare aggiornato anche sul mondo broadcasting e s'addentra perfino nella sala dell'IBTS (il super-professionista) e chi magari è capitato qui per caso, al seguito del fidanzato, o per qualche altra sventura o fortuna personale (l'intruso).
Per non fare torto a nessuna di queste categorie di visitatori, ho provato a scrivere ed a illustrare qualcosa per tutti, questa è la pagina per chi ama le mostre: l'esteta.

Come lacrime nella pioggia
Per non perdere i grandi momenti vissuti in via Tortona 27, ho pensato di proporre su queste pagine interviste, recensioni, curiosità, immagini di ciò che ho visto in prima persona e che vorrei trasmettere anche alla vostra attenzione.
Le grandi mostre del Photoshow 2015 si articolavano in 4 argomenti: Food, Fashion, Design, Art & Landscape, io ho scelto di parlare di arte e paesaggio, non tanto per l'argomento in se stesso, quanto perché ho trovato particolare il supporto usato da Nicolò Quirico nella sua esposizione super-concentrata, poiché, come ben sapete, io sono sempre alla ricerca di tecniche interessanti e nuovi modi d'interpretare la stampa fotografica. TG

Parigi, Lanterne Rosse - 2015 Stampa fotografica su collage di pagine di libri d'epoca.

Courtesy of Costantini Art Gallery

Photo Paris
Nicolò Quirico si confronta con una città da sempre nell'immaginario collettivo e che annovera una lista quasi infinita di sguardi cuori catturati dal suo fascino. Le immagini di Photo Paris catturano perché guardano la città negli occhi, senza concessioni al volutamente bello, chiamandoci a una scoperta nuova su molteplici livelli. La tecnica cui l'autore ci ha abituato, il suo tratto distintivo, prevede una complessa struttura di riprese multiple ricomposte in un collage e stampate su fogli di vecchi libri, opere uniche che in questo caso trovano come "base" alcuni libri di letteratura, arte e anche di ingegneria comprati sulle bancarelle lungo la Senna. L'immagine finale è così frutto di una fusione fra diversi linguaggi che conferisce alla fotografia di architettura urbana una inedita, sorprendente vitalità. (Testo anonimo che corredava la Minimostra presentata al Photoshow 2015)

Altre due fotografie impresse su pagine di vecchi libri

Chi è Nicolò Quirico
Diplomatosi all'Istituto Statale d'Arte di Monza si occupa di comunicazione visiva da 30 anni. Con due ex-compagni di classe s'è dato alla ricerca degli gnomi, cosa che gli ha permesso di dar vita ad una serie di libri per bambini.
Dal 1996 al 2004 si occupa dell’organizzazione del premio Morlotti-Imbersagoe, come consigliere comunale e dà inizio alle sue ricerche artistiche, partendo dall’utilizzo del mezzo fotografico per creare installazioni di matrice concettuale. Ne nascono raffinati incontri tra immaginazione e memoria, tra storia e fantasia, come la mostra itinerante dedicata al fiume Adda e il Bestiario dell’ora blu, pubblicata sulla rivista Il fotografo.
Ha vinto la seconda edizione del Premio nazionale organizzato dalla Fondazione Vittorio e Piero Alinari di Firenze Fotografare il territorio ed è tra i finalisti del premio internazionale 125° CAS Ticino e Città di Lugano.

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