domenica 27 settembre 2015

Banca del Mutuo Soccorso

In via Astesani, 47 è stata occupata una filiale della BNL che già aveva chiuso i battenti da più di una decina d'anni. I nuovi sportelli sono stati aperti in una palazzina più piccola, proprio di fronte alla vecchia banca. 
Sembrerebbe si tratti di un'operazione immobiliare speculativa malriuscita.
Nel frattempo, RiMake, un gruppo per la Riappropriazione Sociale e Autogestione Conflittuale, utilizza questo spazio abbandonato per delle attività pubbliche nella zona.
Due scatti digitali a confronto con due scatti tradizionali su pellicola.

Da qualche tempo è comparso un mural molto ben fatto sul vecchio edificio BNL
Fotocamera utilizzata: Pentax Q (file raw DNG sviluppato con Photoshop)

"A coloro che continueranno a lottare finché il razzismo e l'ingiustizia di classe non saranno bandite per sempre dalla nostra storia" Volks Writers 2015
Fotocamera utilizzata: Pentax Q (file raw DNG sviluppato con Photoshop)

Le due immagini che seguono sono state riprese con Asahi Pentax Spotmatic II e pellicola Fujicolor 200 Iso

Esposizione: 1/250 f 8
Nessuna correzione in Photoshop, Scanner: Agfa D-Lab 1
Laboratorio di Sviluppo: Speed Photo

Esposizione: 1/250, f 11
Nessuna correzione in Photoshop, Scanner: Agfa D-Lab 1
Laboratorio di Sviluppo: Speed Photo

Conclusioni del duello analogico-digitale in casa Pentax
Sono solo 4 scatti effettuati in tutta fretta, senza stativo o altri accorgimenti particolari per migliorare la qualità generale in fase di ripresa, com'è fino ad adesso nello spirito di questo blog amatoriale che non richiede qualità eccelsa, ma una certa velocità nel raggiungere i luoghi di mio interesse da documentare, per poi pubblicare le notizie e le immagini.
Il confronto che ho messo in atto, forse può essere giudicato un po' strano: i formati sono diversi, i mezzi sono diversi, le tecnologie utilizzate sono diverse, la misurazione dell'esposizione diversa. Gli unici punti in comune tra le due fotocamere sono il marchio, l'ottica fissa e la sensibilità scelta dal sensore e dalla pellicola:  200 Iso.
La possibilità di elaborare un file digitale da un originale in raw è un grande vantaggio che giustifica sicuramente la scelta di rivolgersi alla fotografia digitale, oltre al fatto che questo è un sistema più veloce, più economico che permette di scattare a "ciclo quasi continuo". 
Avere a disposizioni ottiche con 10 lustri sulle spalle, come i Super Takumar, sembrerebbe un limite, invece è una garanzia per infondere l'anima anche ai soggetti che sembrerebbero non averla mai incontrata in vita loro ed è un metodo infallibile per conferire ad ogni elemento un suo personale alone di fascino e mistero.
A parte il fatto che io prediligo sempre un'immagine abbastanza definita e contrastata, cosa che dovrebbe direzionarmi verso la fotografia digitale, non si può nemmeno trascurare il risultato ottenuto dagli scatti analogici che forse ci offrono una rappresentazione della realtà quasi come se fosse vista da un occhio umano, mentre immagino che la visione digitale possa essere più vicina alla precisione matematica (da qui derivano probabilmente tutti i fedeli contatori di pixel della religione dell'infallibile sensore elettronico) del mondo dei robot.
Altro discorso capita con la pellicola che, se non viene trattata come Dio comanda, in ogni fase della sua lavorazione, ti tradisce, ti sorprende, o ti nega l'immagine.
Anche in questo, la pellicola è più umana e soggetta ad errori, mutazioni di vario tipo o emozioni imprevedibili.
Non voglio dire che gli uomini si stiano trasformando in macchine, ma poco ci manca e forse proprio per questo motivo sempre più giovani fotografi, un po' per spirito di ribellione, un po' per curiosità, s'avvicinano alla pellicola.
In parte, sono anch'io un po' ancora stupito della qualità raggiunta dai sistemi digitali, pur utilizzando sensori microscopici, ma d'altro avviso penso che continuerò a fotografare anche con pellicole di piccolo formato, sia per il piacere un po' feticista d'entrare in contatto con strumenti fatti di materiali pregiati e dalla meccanica più comprensibile, rispetto ai microchip di silicio dei quali non riesco ad immaginare cosa possa celarsi all'interno.
La fotografia è un'arte giovane che si basa sulla possibilità di riprodurre all'infinito una stessa immagine.
Per questo motivo, e per il fatto che l'apporto umano non sembrava tanto consistente come per altre arti classiche, la fotografia non è stata riconosciuta subito come arte.
Oggi, più o meno allo stesso modo, ci si chiede se una fotocopia sia arte o soltanto una riproduzione di qualcos'altro.
Io credo che se si estremizzano un po' i ragionamenti si riuscirà a capire che non si può andare troppo oltre certi concetti. Forse, un giorno ci metteremo più o meno al computer dicendogli di costruirci un robot che poi possa creare dell'arte, o delle fotografie/fotocopie per noi ed in tal modo, poi ci fregeremo del titolo di grandi artisti, anche se noi, in realtà, non avremmo fatto proprio nulla.
Non è semplice cosa sia l'arte: può essere tutto, o niente, a seconda del momento e di chi decide cosa bisogna vendere, o comprare.
Secondo me, l'arte deve obbligatoriamente proporci qualcosa di bello, qualcosa che noi desideriamo avere vicino a noi, per ammirarla, possederla ed esserne fieri; un po' come  si usa fare con una donna affascinante che ci delizia con la sua compagnia.
Potrebbe anche essere, però, che questo piacere qualcuno lo voglia consumare nel pieno della propria solitudine, come fanno molti collezionisti che si immergono tra gli oggetti delle loro passioni in totale silenzio e isolamento.
Un'altra ragione che forse m'induce a fotografare con la pellicola, potrebbe essere lo stesso motivo per il quale, un tempo, circa 20 anni fa, gli utilizzatori del digitale sceglievano di fotografare con un sistema dalle caratteristiche generali più scadenti rispetto alla pellicola, proprio per percorrere una strada meno affollata e per questo più affascinante.
Tutto questo mi serve per tornare a sostenere il mio pensiero sulla tecnica.
Ogni tecnica ci porta ad un risultato diverso che dà uno stile e dei contenuti differenti all'opera stessa. 
Un'immagine "elettrica" ottenuta per mezzo della fotografia digitale è diversa da un'immagine "vera" che si è formata su un supporto fisico con dei cristalli foto-sensibili e anche ciò che noi vediamo in queste fotografie ha un valore diverso. Con diverso, non intendo necessariamente migliore o peggiore, ma capace di produrre immagini capaci di distinguersi in maniera evidente da quelle ottenute per mezzo di altri sistemi, o tecniche.
Per poter distinguere i risultati bisogna però conoscere le tecniche, altrimenti ci sembrerà tutto uguale, o peggio, potremmo arrivare poi a non capire più nulla di ciò che è stato fatto, di chi l'ha fatto e del perché. 
Sarebbe un po' come ascoltare la musica da un telefonino, o da un altro apparecchio digitale che non è neppure in grado di riprodurre la gamma dinamica e le frequenze che compongono la ricchezza di tutti i suoni. Ricalcando quello che accade per gli mp3, per intenderci.
Azione che potrebbe perfino portare le future generazioni a non ascoltare neppure più la musica classica, o dal vivo, perché la ricchezza dei suoni prodotti, in parte, non verrebbe distinta, né capita.
Già adesso è un po' così, per la fotografia analogica, in molti ti chiedono delle cose che ti fanno pensare che ormai si ritiene che tutto debba essere fatto per mezzo di un computer (elaboratore elettronico), o di un software (programma).
Va bene, adesso è un po' più chiaro anche a me quello che sto facendo, non confronto delle immagini con delle finalità di marketing (di promozione di un prodotto), ma per capire in che modo si possono vedere le cose, rappresentarle e fare capire che ci sono tanti modi per dire più o meno cose analoghe, ma in maniera più precisa e soddisfacente, rispecchiando anche la nostra formazione culturale, educazione e personalità. 
Sono proprio le sfumature a rendere più intimo il nostro discorso e per questo mi fa piacere proporre modi diversi per promuovere la propria individualità ed autenticità.
Tornando alle immagini di questa pagina, io sono abbastanza contento di ciò che vi ho fatto vedere, posso dire che il digitale mi sembra un procedimento più grafico, mentre il film (la pellicola) essendo fatta di più materia e meno energia incarna meglio lo spirito di un mondo più vecchio e meno frenetico.
Proseguirò questo discorso in altre occasioni all'interno di questo blog, come del resto, già in passato avevo accennato a queste cose: qui e qui. Tony Graffio

Filmografia da consultare per riflettere sull'arte, l'immagine, il tempo:





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