martedì 27 gennaio 2015

Tutto è arte, o no?

Dopo avervi presentato molti disegni, immagini, artisti e curiosità, mi è venuta voglia d'esporre nero su bianco qualche piccola riflessione personale per cercare di capire cosa sta succedendo nel mondo dell'arte, ai nostri giorni.
Ascoltando un po' anche i pensieri di chi ho intorno, ho visto che questa nostra epoca è in qualche modo anomala, sia per quanto riguarda le idee, le tecniche ed il mercato.
Io non sono uno studioso, né un esperto di questo settore, sono un semplice osservatore della realtà che cerca di cogliere l'essenza di quello che sta accadendo, pertanto non pretendo d'esporre tesi sconvolgenti, però mi sembra giusto sottolineare che, così come sono cambiate tante cose, anche il modo di vivere e di fruire l'arte ha subito grandi trasformazioni.
Mentre in passato, forse, c'erano meno persone che si dedicavano ad un'attività artistica (ma erano tutti sicuramente più abili nel risolvere le piccole situazioni che si presentano ogni giorno per costruire un oggetto, ripararne un altro, o più semplicemente per procurarsi il proprio cibo cacciando, pescando o mungendo una vacca), chi lo faceva era mosso da una tradizione di famiglia, oppure lo faceva per assolvere ad una missione, per praticare un mestiere. 
Questo accadeva abbastanza normalmente, più che per il tentativo di essere riconosciuti come personaggi di qualche valore intellettuale; oggi sembra che molta gente, anche con poca scuola e preparazione tecnica pretenda ad ogni costo di farsi passere per artista quando non ha delle vere competenze specifiche in nessun settore.
Non sempre è così, ma è innegabile che molti vorrebbero provare ad aumentare il proprio carisma personale perché esiste sempre un'aura di fascino e mistero per chi, pur tra mille difficoltà quotidiane, ha l'opportunità di essere più libero nel modo d'esprimersi e di muoversi rispetto a chi ha una vita scandita da ritmi e impegni più tradizionali. 
Non si tratta però d'essere soltanto capaci di millantare un'abilità della propria mente, bisognerebbe anche essere in grado di padroneggiare qualche abilità manuale nel realizzare un'opera d'ingegno con le proprie mani per uscire dal circolo produttivo industriale che vuole spacciare multipli in gran quantità come arte.
Su questo punto so d'essere poco malleabile, ma secondo il mio parere, difficilmente ci può essere dell'arte se non esiste un'abilità tecnica o manuale che permette di arrivare ad un prodotto finito di un certo pregio.
Ovviamente, il valore di un'opera dipende molto anche dai materiali che vengono utilizzati, non è detto che un dipinto ad olio debba essere per forza più pregiato rispetto ad un'opera dipinta con colori acrilici, ma non si può ignorare il fatto che certi materiali utilizzati oggi giorno non hanno origini molto nobili e può anche capitare che deperiscano velocemente nel tempo lasciandoci ben poco dell'opera originaria.
Se si pensa che il pittore era uno specie di alchimista capace di prepararsi da solo i colori seguendo le proprie ricette più o meno segrete, spesso tramandate dalla famiglia o dalla bottega del maestro che frequentava, si comprende che gran parte del successo della propria opera dipendeva anche da una seria preparazione tecnica teorica, oltre che da capacità pratiche e dalla padronanza di un linguaggio visivo che comprendeva anche simboli esoterici e conoscenze condivise da comunità molto ristrette.
Un tempo l'arte era qualcosa che non era propriamente accessibile a tutti.
L'arte visiva, un po' come l'alfabetizzazione, non era un codice universalmente conosciuto, ma un linguaggio che parlava del committente alle persone intorno alla sua sfera d'influenza, per esaltarne il potere o la fama e conservare nel tempo il ricordo delle sue azioni e della posizione occupata nel mondo.
E' stato soltanto nel XIX secolo che la borghesia ha trovato degli artisti che hanno iniziato a raccontare della vita spensierata di campagna o di città illustrando momenti piacevoli all'interno dei teatri, dei bistrot, in barca sul fiume ed in tutti gli altri luoghi che corrispondono a momenti della vita normale di coloro che iniziavano ad avere del tempo libero per pensare di svagarsi in modo spontaneo.
L'arte ha iniziato a liberarsi dalle lunghe pose negli studi per andare in mezzo alla gente e cogliere istanti di vita come si trattasse d'affrontare un reportage all'aria aperta, in modo da cogliere immagini reali.
Allo stesso modo è dovuta cambiare anche la tecnica pittorica che richiedeva pennellate più larghe e veloci per registrare al volo momenti improvvisi, per dare l'impressione di situazioni ed atmosfere e trasmetterne i sentimenti, più che per descrivere un soggetto con dovizia di particolari. Da quel momento hanno iniziato a susseguirsi correnti artistiche e teorie che volevano esporre le ragioni di una tecnica o di un modo di presentare la realtà semplificandone l'immagine od i contenuti per arrivare ad una sintesi sempre più concentrata di ciò che l'artista vede o sente con la propria sensibilità.
Sono state teorizzate molte cose, ma da poco tempo, forse 40 anni o poco meno, non c'è più il susseguirsi di correnti e gruppi di'intellettuali che si esprimono attraverso un manifesto, ma c'è una generale libertà d'espressione che fa convivere ogni tipo di scuola e di pensiero creativo.
Ognuno fa un po' ciò che vuole senza voler rendere conto a nessuno, diventa difficile definire un tipo d'arte, un insieme di ideali, o una tendenza storica.
Tutto oggi avviene in modo apparentemente democratico, eppure non sempre si è certi che sia l'artista migliore o che ha le idee più interessanti a raggiungere l'apice della carriera e della notorietà.
Nuove soluzioni creative, nuove tecniche, nuovi strumenti, nuovi modi di vendere e di farsi conoscere hanno avuto un effetto dirompente sull'offerta del prodotto artistico, ma non sembra abbiano effettivamente portato ad un'arte migliore ed infatti, un po' ovunque si sente parlare di una crisi importante, anche all'interno del mondo dell'arte.
Tutti gli strumenti che dovrebbero semplificare le tecniche e far concentrare l'artista sull'atto creativo, la composizione o l'espressione di un concetto, non mi pare abbiano aiutato l'arte a produrre opere più interessanti, ma stanno provocando l'oblio di certi processi di lavorazione che pian, piano stanno scomparendo. 
Sempre meno artisti si dedicano alla pittura, alla scultura, alla calcografia, molti affrontano problematiche più concettuali o procedimenti digitali che per certi versi omologano lo stile di chi si cimenta con questi mezzi.
La pittura o la scultura, d'altro canto non sono in grado di muovere grosse cifre o un indotto tale di lavoro da far guadagnare quanto quelle arti che producono più pezzi o multipli di una determinata opera.
Mi viene da pensare al mondo della musica che produce dischi o spettacoli che muovono milioni di persone che fruiscono ripetutamente di uno stesso brano o di una forma d'intrattenimento controllabile più facilmente, in modo industriale.
Stesso discorso per il cinema, i video o le serie televisive che, pur esprimendosi attraverso una forma d'arte più recente, riescono a produrre dei prodotti ripetibili e riproducibili in numero praticamente illimitato.
Tutto sta diventando arte, dagli adesivi, alle fotocopie, al fumetto vintage, ai pupazzetti delle merendine dentro gli ovetti, alle performance in discoteca, o al bar e chi più ne ha più ne metta.
Questo è un po' l'effetto scaturito dalla democratizzazione dell'arte e dalla commercializzazione delle idee avvenuta con la celebrazione  del design, e l'avvento della Pop Art e da tutto quello che ne è conseguito.
Va bene, tutto è arte, tutti sono artisti, può essere, però questa situazione ha portato a sminuire il lavoro del vero artista che si rompe la schiena martellando un blocco di marmo o che procede con un suo metodo dalla produzione dei pigmenti di colore all'esposizione delle proprie opere, infatti ci sono artisti che sono più degli stilisti di griffe che dei maestri di qualche disciplina.
Questo fatto comporta che molti collezionisti preferiscano investire in un'opera d'arte di magari 100 o 200 anni fa piuttosto che in un artista capace, ma che potrebbe essere oscurato da colui in cui investono i gruppi finanziari che determinano i vari mercati, incluso quello dell'arte contemporanea.
Il discorso potrebbe farsi complesso, per cui preferisco terminare queste riflessioni personali che ho esposto in questo spazio per farvi capire perché mi interessa vagare nel panorama artistico contemporaneo, raccogliere varie forme espressive molto diverse tra loro ed elaborare una mia idea di ciò che ritengo sia degno di nota o meno, cercando d'esservi d'aiuto nell'orientarvi in questo universo senza fine. Tony Graffio

Punti d'interesse


lunedì 26 gennaio 2015

Lavatrici Bollatesi

Ieri sono stato a Bollate all'inaugurazione di un laboratorio di un gruppo di artisti che condivide questo spazio con il nome giocoso di Lavatrici Bollatesi.
S'è trattato di una presentazione di alcuni lavori significativi di questi giovani che in orario da aperitivo, hanno scambiato 4 chiacchiere con gli amici, in modo da far conoscere meglio la loro attività, le loro idee ed il luogo dove si ritrovano a lavorare ai propri progetti creativi.


Il concetto di Lavatrici Bollatesi vuol fare dell'autoironia su una piccola realtà di provincia, che ha l'intento di richiamare alla mente i grandi spazi di una vecchia fabbrica del ghiaccio nella città alle porte che, sempre nel campo della valorizzazione culturale delle opere d'arte, della custodia dei beni e di tutto quello che ruota intorno a questi mondi, ha assunto nel tempo un nome che fa riferimento ad un altro tipo di elettrodomestico.

Libri Finti Clandestini è il collettivo ideale composto sempre da un numero dispari di componenti compreso tra gli 1 ed i 5 elementi, a seconda delle attività svolte nel campo della ricerca, del riciclo, del riutilizzo, della piegatura, dell'animazione e quant'altro possa coinvolgere la produzione di qualcosa di concreto, legato ad una materia povera, ma affascinate, come la carta ed all'identità del libro, spesso inteso anche come quaderno.

Matteo Compagnoni Artwork ha un ricco mondo interiore abitato da esseri fantastici, talvolta un po' inquietanti, che scaturiscono in modo spontaneo attraverso un inconscio instancabile che si esprime con tecniche diverse, come il graffito, la scultura, il disegno e la creazione di file digitali applicabili a vari media.
Mi hanno colpito i suoi quadri trasparenti su plexiglass che hanno un dettaglio molto particolareggiato ed una bella profondità d'immagine.

Riccardo Sala (Riky Boy) con i suoi 18 anni è il più giovane artista presente alle Lavatrici Bollatesi, si esprime anch'egli con le bombolette spray per la realizzazioni di graffiti in tonalità ricche di chiaroscuri ed è molto abile nel padroneggiare la pittura ad acrilico e la xilogravure. Un suo torso di donna in bianco e nero su tavola di legno dominava tra altre sue opere di dimensioni più contenute.

Elisa Martino è una pittrice che lavora all'acquarello ed ai colori acrilici; rappresenta spesso figure umane, autoritratti e volti femminili che attinge da riviste di moda o ritraendo fotograficamente le proprie amiche che poi traspone su carta, su tela, o su legno.
I prezzi delle sue opera variano dai 300 ai 1500 euro.

Milos Stajanovich è uno scultore ventottenne di Rho che con il suo lavoro vuole affermare che la disciplina artistica da lui praticata è ancora viva e vegeta, nonostante ai nostri giorni molti artisti si stiano rivolgendo in massa a forme creative digitali o che si discostano molto dal classicismo.
L'unica concessione che Milos pratica per aggiornare le sue opere ai tempi moderni è l'introduzione della luce elettrica come complemento attivo ai suoi soggetti, al punto che egli parla della sua arte come di una scultura luminosa.
I prezzi delle sue opere raggiungono cifre importanti.

Un esempio di uno dei lavori di Libri Finti Clandestini. In questo caso si tratta di un quadernetto che riporta una specie di dizionario/promemoria di alcuni personaggi inventati e non, mitici.
Difficile collocare l'estro della carta recuperata e resuscitata in un settore preciso di qualche corrente artistica passata o presente; di certo questi oggetti tascabili e poco costosi possono sbizzarrire le fantasie più assopite e indurre anche gli animi più serafici ad una folle corsa ad accaparrarsi il pezzo mancante (prodotto in serie limitata rigorosamente a mano), trasformando chiunque in un collezionista seriale.

L'evento è stato piacevole, le opere esposte molto belle e diverse tra loro, la compagnia simpatica, tutto è andato piuttosto bene.
Tra le attività presenti nel laboratorio c'è anche Madreforma che realizza gradevoli accessori fatti a mano in legno, utilizzando matite colorate.

Serata mondana persino per l'instancabile Zak che sta soppesando l'ipotesi d'aprire i cancelli del suo leggendario museo/castello alle telecamere di Italia Uno per un'irruzione de: "Le Jene".
Sarà la fine di un'epoca di mecenatismo per le Crew ed i giovani talenti della Street Art?
Ormai che la fama del Castello sta varcando i confini nazionali, aumenta la curiosità nei confronti di una realtà unica nel suo genere. 
Purtroppo, si sa che quando si finisce per attirare troppa attenzione su di sé, i rischi d'esporsi a chi vuole ristabilire l'autorità della propria giurisdizione ovunque aumentano esponenzialmente. 
La sopravvivenza di micronazioni, o micro-regni extra-territoriali può essere messa seriamente in discussione con mosse sbagliate e azzardate; spero di sbagliarmi, anche perché avrei in programma d'aggiornare le pagine dedicate a questo sito coi nuovi lavori eseguiti dagli artisti che lo frequentano.

Le Lavatrici Bollatesi sono una fucina di talenti molto interessanti sui quali prevedo d'effettuare dei servizi d'approfondimento nei prossimi giorni.
Ricollegatevi con: I frammenti di cultura di Tony Graffio per saperne di più. Tony Graffio


domenica 25 gennaio 2015

I disegni dei Pirati di Baranzate (seconda parte)

Presento qui la seconda parte delle fotografie scattate di getto lo scorso venerdì 23 gennaio 2015 a Baranzate, presso il Proprietà Pirata Riot Club.

Attenzione fuori sono tutti pazzi - Collettivo Individualista "I Pazzi" (Tenia)
Immagine elaborata in PS per dare un ulteriore senso visionario ad un messaggio già abbastanza chiaro che ci fa capire come ogni cosa sia pensata in modo relativo, a seconda di chi noi siamo e dove ci troviamo in un dato momento.

La scritta proposta da Tenia sul cancello di ferro d'ingresso di via Trieste 27, dove un tempo c'era la Leon Beaux è piuttosto divertente, ma non del tutto nuova. Già parecchi anni fa un anonimo ospite di un manicomio aveva scritto sul muro di un ospedale psichiatrico la seguente frase: <Non tutti i pazzi sono qua dentro e non tutti coloro che sono qua dentro sono pazzi>.

L'arte e la follia vengono spesso accomunate, forse perché entrambe spingono l'essere umano a compiere strane cose ed ad avere passioni spropositate che spesso non vengono comprese dalle cosiddette persone normali, anche se poi alla fine dei conti, di normale a questo mondo, probabilmente non c'è proprio nessuno.
Sempre parlando di graffiti e follia, mi viene da pensare alla figura di un artista che ha avuto un percorso molto particolare e che mi piacerebbe studiare un po' meglio, magari andando a vedere se i muri da lui incisi esistono ancora e che effetto provocano ad un visitatore che non ha mai visto nulla del genere.
Mi sto riferendo all'opera di Oreste Fernando Nannetti, conosciuto anche come Nanof, o Nof 4. Per ora non vi prometto niente, ma spero in futuro di poter scrivere qualcosa su di lui e di fare anche un reportage fotografico su ciò che resta di quello che ha fatto Nanetti nei suoi anni di reclusione a Volterra, anche perché egli sosteneva d'essere un viaggiatore spaziale ed anche questo argomento è di mio interesse.

Tornando alla Proprietà Pirata, continuo il giro per illustrare le opere e, marginalmente, qualche panorama del posto.

Quasi un'altare musicale

Black truk and gray cat

Sorprese spaziali

Dance

Big snake

Frankie e la borsa verde

Ancora Hot in Public

Mr. Kas

Graffito nero reti e scaffali

Nel piazzale della Leon Beaux

Fuori sono tutti pazzi

Irwin

Attenti al cavallo

Il cavallo dei Pirati

Graffiti in corso

Quello che abbiamo negli occhi riflette i pensieri del nostro cuore?

The Crew

Zanna

L'urlo

Parcheggio auto a pedali e tricicli

Torpado special

Chiudi la porta!

Close the door!

Piume blu

Perché preoccuparsi dell'Ebola se c'è il vino?

La luce d'inverno dura poco

Ritorna alla prima parte dei graffiti.

sabato 24 gennaio 2015

I disegni dei Pirati di Baranzate (prima parte)

Il mondo è contaminato, ma l'animo dei suoi abitanti più idealisti e generosi è puro.

Schiavi dell'oro nero

Kraken Plus

Voodoo Pirate

Uno della ciurma

Hot in public

Tenia's corner

Cassius Clay Vs Joe Frazier

Vaginove

L'angelo della morte con la matita

AMC SAA

Denti spaventosi

Suka il sistema

Dynamites, respect, love, riot

Pesce pilota

Ask

Hon Est

Gatto Nero Weik mind 2 asker

Interplay

Sosta Cash

Pesce con zampe

Creatura ibrida

 508 D

Robot musicale

Muletto OM

 Cuore scollegato

Pentitevi

Cupido

Mondo in disgregazione

Nuclear 1

Pirati 2014

Palestra Pirata

Teatro Pirata

La porta d'accesso al mondo dello spettacolo

Noi vogliamo tutte le cose

Carmen

La giornata di ieri era abbastanza soleggiata, così ne ho approfittato per accogliere l'invito di Proprietà Pirata Riot Club a documentare parte dei disegni che decorano la loro sede di Baranzate.
Questa comunità d'artisti sembra non avere pace e si vede spesso costretta a spostarsi da un posto all'altro.
In questi giorni è arrivata l'ennesima ingiunzione di sgombero da parte delle forze armate di polizia.